Per combattere il taglio illegale di legname Greenpeace ha pubblicato uno studio redatto in due anni, sollecitando l'Italia a fare di più
(Rinnovabili.it) – Dopo due anni di lavoro, Greenpeace è finalmente riuscita a pubblicare la relazione che mette in evidenza il ruolo dell’industria del legname nell’Amazzonia brasiliana, dimostrando che il taglio illegale del legno mette in commercio materia prima che finisce nei mercati europei, israeliani e statunitensi.
Utilizzando anche i dati contenuti sul sito allarmeamazzonia.greenpeace.it svelando i modi in cui si riesce ad eludere i sistemi di controllo dando la possibilità di mettere in commercio merci illegali.
La responsabilità maggiore Greenpeace la dà però all’Italia, che non effettua i debiti controlli e non verifica l’origine del legname visto che non è obbligato da alcun sistema a verificare l’immissione in commercio di legno tagliato illegalmente nel Paese di provenienza.
Oltre al danno ambientale quando una foresta primaria viene tagliata spesso sorgono conflitti sociali che determinano lavoro minorile, forme di schiavitù e atti di violenza in caso di proteste e opposizioni. “È evidente che non possiamo fidarci del legname importato dall’Amazzonia brasiliana nel nostro Paese” dichiara Esperanza Mora, campagna Foreste di Greenpeace Italia. “Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali deve firmare subito il decreto che applica l’EUTR in Italia stabilendo gli opportuni controlli alle importazioni e sanzioni efficaci”.
E’ stato documentato che legni pregiati a rischio illegalità sono stati impiegati nella costruzione del ponte di Brooklyn a New York, il World Trade Center a Ginevra, la Biblioteca Nazionale a Parigi e il Politecnico di Torino.
Per queste ragioni Greenpeace ha chiesto di classificare il legname importato dall’Amazzonia brasiliana come materia ad alto rischio inserendolo così nel regolamento EUTR che in Europa regolamenta la distribuzione di legname al fine di garantire la provenienza.
“Servono misure urgenti per combattere i tagli indiscriminati operati dall’industria della deforestazione, spesso gestita da vere e proprie organizzazioni criminali. Tutelare le ultime foreste intatte del Pianeta serve a proteggere la biodiversità e il clima. Una gestione corretta, oltre a fornire garanzie e opportunità di sviluppo sostenibile alle comunità che dipendono dalla foresta, deve assicurare a chi compra legname dal Brasile di non contribuire alla distruzione della foresta” conclude Mora.