Fatih Birol chiede standard di efficienza energetica più elevati soprattutto nei paesi in via di sviluppo, le cui economie stanno galoppando e pesano sempre di più sul clima
(Rinnovabili.it) – La priorità numero uno a livello mondiale per contrastare i cambiamenti climatici è innalzare gli standard di efficienza energetica degli edifici di nuova costruzione. Il monito arriva dal vertice dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) Fatih Birol, che punta lo sguardo soprattutto sui paesi in via di sviluppo. Lì la crescente espansione del settore edilizio minaccia di mantenere alti i livelli globali di gas serra.
Prendere provvedimenti in questa direzione innescherebbe un circolo virtuoso. «Gli standard vincolanti portano molti benefici economici – sostiene Birol – Avrebbero effetti positivi sulla crescita, migliorerebbero le condizioni di vita delle popolazioni e la loro sicurezza. Questo sarebbe, da solo, il più importante passo che vorrei che i Governi compissero, e lo possono fare domani».
In gran parte dei cosiddetti paesi in via di sviluppo – anche in quelli più ricchi – gli standard riguardo l’edilizia e l’efficienza energetica hanno spesso maglie troppo larghe e vengono ignorati con frequenza. La cornice in cui il capo dell’AIE inserisce questa situazione è l’impegno globale sul clima assunto alla COP21 di Parigi.
Secondo Birol, aggredire il settore delle nuove costruzioni è prioritario rispetto all’efficientamento del patrimonio edilizio esistente. Ma per tagliare in modo consistente le emissioni di CO2, gli adeguamenti normativi dovrebbero riguardare un ampio ventaglio di fattori: gli infissi, i sistemi di condizionamento, lo spessore dei muri, la qualità dei materiali impiegati, il design stesso.
Birol sottolinea inoltre la necessità di fare passi avanti anche nei trasporti, richiamando gli Stati ad investire nella mobilità elettrica e nei trasporti pubblici, anche attraverso incentivi. «Anche se ci sono stati progressi nelle auto elettriche – commenta Birol – questo settore è ancora in ritardo sugli obiettivi di Parigi».
L’altro grande settore su cui il capo dell’AIE scommette è quello delle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS). Attualmente, però, le soluzioni sperimentate sono ben lontane dal fornire il necessario contributo per gli obiettivi decisi alla COP21. Questa tecnologia infatti è al centro delle discussioni degli esperti da oltre un decennio e conserva buone potenzialità, ma la sua implementazione a livello commerciale è praticamente ancora all’anno zero.