I siti inquinati minacciano la salute di ambiente e popolazione. Legambiente ha mappato la situazione italiana e presenta il Dossier sulle bonifiche delle aree
(Rinnovabili.it) – Spaventano i numeri di Legambiente, che ha racchiuso nel Dossier Le bonifiche in Italia: chimera o realtà? presentato oggi a Roma la situazione delle aree contaminate italiane. Che siano aree terrestri o specchi d’acqua non importa, la gravità rimane comunque elevata e preoccupante oltre che ferma a 15 anni fa. Risultano ancora in ritardo le presentazioni dei piani di caratterizzazione, necessari per avviare il processo di risanamento nei SIN, i siti di interesse nazionale che in Italia sono passati lo scorso anno da 57 a 39 per una superficie complessiva che da 180mila ettari ne conta ormai solo 100mila. Sono in ritardo anche le operazioni di bonifica: sono solo 254 i progetti di bonifica di suoli o falde con decreto di approvazione, su migliaia di elaborati presentati.
“Sebbene i primi 15 SIN da bonificare furono identificati nel 1998, nonostante le risorse impiegate e le semplificazioni adottate, la situazione attuale è di sostanziale stallo – ha dichiarato il vice presidente di Legambiente Stefano Ciafani -. Caratterizzazioni e analisi effettuate in modo a volte esagerato e inefficace, progetti di risanamento che tardano ad arrivare e bonifiche completate praticamente assenti, a parte qualche piccolissima eccezione. Il Ministero dell’ambiente arranca, dietro alle migliaia di conferenze dei servizi e documenti, intanto i responsabili dell’inquinamento, pubblici e privati, ne approfittano per spalmare su più anni gli investimenti sulle bonifiche. Nel frattempo sono sempre più numerose le indagini sulle false bonifiche e sui traffici illegali dei rifiuti derivanti dalle attività di risanamento. Occorre un vero cambio di passo per fare quello che è stato già realizzato con successo in altri paesi industrializzati”.
Per capire cosa accada alle popolazioni che abitano in ambienti inquinanti nel 2011 l’Istituto Superiore di Sanità ha coordinato il progetto Sentieri con l’obiettivo di delineare il profilo sanitario dei residenti in 44 SIN riscontrando casi numero di di tumore della pleura nei SIN con l’amianto fino ad aree dove le emissioni inquinanti derivate dalla presenza di siti petroliferi sta danneggiando l’apparato respiratorio della popolazione e causando malformazioni congenite oltre a patologie del sistema urinario per l’esposizione a metalli pesanti e composti alogenati.
Tra i siti più inquinanti dove le bonifiche, assolutamente necessarie, non sono mai partite, c’è la Campania e la ormai tristemente nota Terra dei Fuochi. “Se non decollerà il settore delle bonifiche, non riusciremo a riconvertire il sistema produttivo italiano alla green economy – ha concluso il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti -. Nonostante i gravi ritardi del risanamento, però alcuni casi di riconversione cominciano a concretizzarsi: basti pensare alle bioraffinerie di Crescentino (Vc) già attiva o a quella in costruzione a Porto Torres (Ss). Ma non basta. Il Governo e il Parlamento devono accelerare il processo di risanamento ambientale, risolvendo anche il problema delle risorse, ma anche il mondo industriale deve fare la sua parte mettendo in campo azioni concrete, bonificando in tempi non geologici i suoli e le falde inquinate, con adeguate risorse economiche ed umane, per risanare le gravi distorsioni di uno sviluppo corsaro e distruttivo, che ha reso inutilizzabili intere aree del Paese, creando piuttosto quell’auspicabile equilibrio tra ambiente, salute e lavoro che può aprire un prospettiva concreta di lavoro e di sviluppo”.