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Sigarette elettroniche, vanno gestite come RAEE

A fine vita non possono essere gettate nell’indifferenziata ma vanno conferite all’isola ecologica o fatte ritirare dal negoziate al momento del nuovo acquisto

(Rinnovabili.it) – La rapida fama acquistata negli ultimi tempi dalle sigarette elettroniche pone un ovvio quesito: che fine faranno questi nuovi surrogati delle bionde una volta terminato il loro ciclo di vita?

Come tutti i boom di nuovi prodotti elettrici, anche questi dispositivi devono poter contare su un sistema di gestione sostenibile che li tratti da rifiuti tecnologici quali sono. Tuttavia la procedura non risulta così semplice e il timore di Danilo Bonato, direttore generale Remedia, è che “i negozianti non siano ancora del tutto preparati”.

 

“L’e-cigarette – spiega Bonato – è un prodotto relativamente nuovo ma negli ultimi mesi c’è stato un vero boom nelle vendite”. Il fenomeno, dunque, merita un’attenzione particolare dal punto di vista della gestione del prodotto -rifiuto e, infatti, “i produttori si stanno iscrivendo al consorzio. C’è, quindi, una certa sensibilità di chi vende questi apparecchi per partecipare al finanziamento di raccolta e riciclo”. Ma il problema riguarda da vicino anche cittadini e negozianti. Come per gli altri RAEE anche per la sigaretta elettronica valgono le stesse norme introdotte dal decreto uno-contro-uno. Ciò significa che a fine vita l’e-cigarette “non può essere gettata nel sacco nero della raccolta indifferenziata”; il cittadino, dunque, ha due possibilità: “recarsi all’isola ecologica o andare dal negoziante che, a fronte dell’acquisto di un nuovo prodotto, è obbligato a ritirare il vecchio gratuitamente”.

 

Il dispositivo, inoltre, avendo al suo interno una batteria ricaricabile “tira in ballo anche una seconda direttiva perché le pile hanno una gestione diversa. Il povero consumatore, quindi, deve separare la pila dal dispositivo elettronico deve essere portata all’isola ecologica o al negoziante che, in questo caso, è obbligato a ritirarla gratuitamente senza l’acquisto di un prodotto nuovo equivalente”.