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Siccità: San Paolo senz’acqua fra due mesi

Il centro finanziario del Sud America è al collasso. Stanno per esaurirsi anche le riserve di emergenza, ma l’allarme siccità non rientra, perché non piove più

Siccità San Paolo senz'acqua fra due mesi

 

(Rinnovabili.it) – A San Paolo, la più grande città del Sud America, sarà un Natale molto arido. La siccità che ha colpito la megalopoli (20 milioni di abitanti) sta per costringerne buona parte a patire la sete. Secondo le stime dei funzionari pubblici, restano circa due mesi di approvvigionamento idrico garantito. La città sta infatti attingendo da dieci giorni alla seconda delle tre riserve di emergenza (106 miliardi di litri), per evitare una crisi dopo che i serbatoi hanno raggiunto livelli critici il mese scorso. È la prima volta che lo Stato fa ricorso alle “riserve tecniche”, ma San Paolo sta soltanto spostando il problema un po’ più in là.

«Se prendiamo in considerazione il trend di estrazione dell’acqua e il livello delle precipitazioni registrati fino a novembre (ed è piovuto meno della metà della media) possiamo affermare che la riserva durerà intorno ai 60 giorni», ha detto Marussia Whately, esperta in risorse idriche dell’Instituto Socioambiental.

 

Ma un aumento nel consumo di acqua, durante il Natale e le vacanze di capodanno, potrebbe facilmente costringere a una revisione delle stime al ribasso. Dopo questo periodo, non vi è alcuna certezza sulla fornitura idrica disponibile per il centro finanziario del Brasile. Se la pioggia non torna a riempire il sistema Cantareira – il principale gruppo di serbatoi che riforniscono San Paolo – la città potrebbe collassare.

La terza e ultima riserva tecnica, 200 miliardi di litri, potrebbe essere presto intaccata. Ma è di difficile accesso perché l’acqua è mescolata con il limo. Si trova infatti distribuita in bacini più piccoli e in passaggi che collegano i serbatoi, cosa che rende il pompaggio più difficile. Lo ha spiegato Vicente Andreu, il presidente dell’authority idrica ANA.

«Credo che, tecnicamente, sarebbe impraticabile. Ma se non piove, non avremo alternative al tentare di ricavare l’acqua dal fango».

 

Molti disagi si avvertono già da tempo: la più grande siccità da 80 anni ha già costretto a razionare le riserve. Ristoranti e locali non possono lavare i piatti, interi quartieri non sanno come lavare i vestiti. Ma la paura di tutti ormai non è più per la difficoltà di lavarsi, ma quella di dover patire la sete.

 

Siccità San Paolo senz'acqua fra due mesi_

 

Di chi è la colpa?

Antonio Nobre, scienziato del clima presso l’INPE (Istituto nazionale di ricerche spaziali) del Brasile, ha legato il peggioramento della siccità al riscaldamento globale e alla deforestazione in Amazzonia. Entrambi i fenomeni stanno drasticamente diminuendo il rilascio di miliardi di litri di acqua dagli alberi della foresta pluviale, fatto che porta a una riduzione delle precipitazioni più a sud.

Anche su scala locale non mancano i responsabili: una scarsa pianificazione e la mancanza di investimenti per aumentare la capacità del serbatoio hanno contribuito a portare San Paolo sull’orlo del disastro. Le elezioni presidenziali tenutesi nel mese di ottobre, che hanno visto contrapporsi il Partito dei Lavoratori al governo (PT) e l’opposizione socialdemocratica (PSDB), ha portato il governatore paulista Geraldo Alckmin, del PSDB, a ritardare ogni provvedimento sull’emergenza idrica (come ad esempio l’ordine di razionamento obbligatorio) per paura di perdere voti durante la campagna per la rielezione. Ora, con colpevole ritardo, arrivano le promesse: 3,5 miliardi di reais (1,4 miliardi dollari) per costruire nuovi serbatoi e migliorare la distribuzione. Ma le opere non saranno complete prima di un anno.

E poi c’è il governo centrale, che ha trattato la siccità come un problema temporaneo – nonostante le grida di allarme degli scienziati – scommettendo tutto sarebbe rientrato con l’arrivo delle piogge. Ma le piogge non sono arrivate, e sembra che non arriveranno.