L'Ue ha votato la riduzione dell'80% dei sacchetti di plastica al 2019 lasciando agli Stati la possibilità di scegliere come raggiungere gli obiettivi
(Rinnovabili.it) – Vita breve per i sacchetti di plastica nell’Ue. E’ di stamane la decisione del Parlamento europeo di imporre agli stati membri la riduzione delle buste inquinanti dell’80% entro il 2019 con quali mezzi non importa, i Mep hanno suggerito ai paesi di scegliere il sistema che ritengono più idonee alle condizioni dei propri stati suggerendo l’imposizione di tasse e imposte, restrizioni o drastici divieti che impongano lo stop alla diffusione dei sacchetti inquinanti.
Oltre ad una riduzione del consumo di petrolio il divieto di produzione e commercializzazione di sacchetti monouso sarà un vantaggio per l’ambiente e per gli ecosistemi acquatici, costantemente minacciati dalla presenza e dall’accumulo di plastica che spesso viene per errore ingerita da pesci e uccelli causandone il decesso.
“I deputati hanno votato oggi per rafforzare in modo significativo i progetti relativi alle norme comunitarie volte a ridurre l’uso del sacchetto di plastica e rifiuti, in particolare per includere obiettivi obbligatori di riduzione e un requisito fondamentale: i sacchetti di plastica hanno un costo. Come dimostrato da alcuni paesi ridurre drasticamente il consumo di questi sacchetti monouso è facilmente raggiungibile con una politica coerente. Eliminare rapidamente la distribuzione di questi sacchetti è una soluzione facilmente implementabile al problema dei rifiuti plastici nell’ambiente” , ha detto l’eurodeputato Margrete Auken (Greens/EFA, DK).
Protagonisti delle restrizioni più severe saranno i sacchetti più leggeri, quelli con spessore inferiore ai 50 micron, ovvero i più diffusi in Europa, fragili e difficilmente riutilizzabili rispetto quelli con uno spessore superiore.
Per iniziare quindi gli Stati membri preoccuparsi di dimezzarne la diffusione entro il 2017 per poi riuscire a soddisfare l’obiettivo dell’80% entro il 2019 puntando alla graduale sostituzione dei sacchetti leggeri per il confezionamento di carne frutta e verdura con sacchetti di carta riciclata o sacchetti biodegradabili e compostabili.
Attraverso questa votazione il Parlamento europeo ha quindi dato l’ok all’Italia affinchè continui a gestire il divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica come ha fatto fino ad oggi.
“L’Italia, con la sua legge, infatti, ha già portato il consumo di shopper usa e getta da circa 180.000 ton del 2010 a circa 90.000 del 2013 con una riduzione dell’ordine del 50% ed ha migliorato qualità e quantità del rifiuto organico creando un vero e proprio modello di raccolta differenziata che funziona allo stesso modo in aree a bassa ed alta densità di popolazione come sta dimostrando il caso di Milano” ha commentato Novamont a margine della votazione.
“Questo pronunciamento rappresenta una svolta storica perché per la prima volta il Parlamento Europeo si esprime in modo chiaro per l’introduzione di un modello regolamentare finalizzato a minimizzare la produzione di rifiuti e nello stesso tempo incentivare modelli che mimano i sistemi biologici e mantengono in circolo le risorse utilizzate. Il modello trae origine dallo sviluppo virtuoso della filiera del compost di qualità da rifiuto municipale, raccolto in modo differenziato porta a porta, e dall’evoluzione della ricerca e innovazione del settore delle bioplastiche biodegradabili. Le connessioni tra questi due sviluppi, verificatesi negli anni, ha messo in moto una serie di comportamenti virtuosi e di iniziative di collaborazione tra svariati interlocutori (imprese, istituzioni, enti di ricerca, associazioni di settore, amministrazioni) generando un tessuto connettivo ideale per promuovere un cambiamento di modello economico con al centro l’uso efficiente delle risorse”, ha dichiarato Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont.