Un portavoce di Vladimir Putin ha annunciato l'accettazione dell'Accordo durante il summit per il clima delle Nazioni Unite in svolgimento a New York.
Con l’adesione della Russia, restano fuori dall’Accordo di Parigi solo altre 11 nazioni
(Rinnovabili.it) – La Russia ha ratificato formalmente l’Accordo di Parigi: durante il summit per il clima delle Nazioni Unite, in corso a New York, un portavoce della Federazione Russa ha annunciato la decisione del proprio Governo. La Russia diventa così il 185° Paese ad aderire all’Accordo a quasi 4 anni dalle negoziazioni della XXI Conferenza delle Parti dell’UNFCCC a Le Bourget, vicino Parigi.
La decisione era nell’aria già da tempo: a inizio luglio, il vicepresidente russo Alexej Gordeev aveva chiesto al Ministro dell’Ambiente e a quello degli Affari esteri di presentare in Parlamento una proposta di Legge per ratificare l’Accordo entro il 1° settembre. Un’accelerazione dopo anni di stallo, imposta proprio dall’incombere del summit delle Nazioni Unite e dall’interesse russo ad assumere una posizione rilevante nelle decisioni energetico climatiche degli anni a venire.
Le opposizioni di lobby e di parte del mondo politico russo hanno però reso complesso il percorso parlamentare. Di qui la scelta di un’adesione formale imposta direttamente tramite un Accordo di Governo promosso dal Presidente Vladimir Putin e dal primo ministro Dmitrij Anatol’evič Medvedev.
“La Federazione Russa ha accettato l’Accordo di Parigi e diventa un partecipante a pieno titolo di questo strumento internazionale – ha annunciato il portavoce di Putin alla Conferenza dell’ONU sul clima – La Russia sta già rivestendo un ruolo di leadership nel ridurre le emissioni di gas serra in confronto ai livelli registrati nel 1990. Durante questo lasso di tempo, le nostre emissioni sono diminuite di oltre il 50% ovvero 41 miliardi di tonnellate di CO2 che, su scala mondiale, ha permesso complessivamente di rallentare il riscaldamento globale per un anno intero”.
Un calcolo “agevolato” dagli eventi storici: il crollo dell’Unione sovietica e la conseguente crisi delle repubbliche satellite ha portato alla chiusura di centinaia di fabbriche nei primi anni ’90 e quindi a un taglio “involontario” delle emissioni nell’area ex URSS.
“La Russia fornisce un altro contributo colossale alla lotta alle emissioni di CO2 e allo stoccaggio dell’anidride carbonica che non si riflette in questi dati ma è un punto cruciale del nostro impegno”, ha continuato il portavoce del Governo russo riferendosi alle foreste boreali della Siberia, le stesse che sono salite all’attenzione delle cronache internazionali per i devastanti incendi di fine estate e per le critiche mosse all’esecutivo russo reo di aver atteso troppo tempo prima di intervenire.
L’adesione all’Accordo di Parigi è stata accolta con favore dagli ambientalisti russi: “L’adozione dell’accordo di Parigi aumenta le possibilità di prevenire una catastrofe climatica globale, ma questa possibilità deve essere utilizzata correttamente e, soprattutto, adottata in fretta. Non c’è tempo per compromessi e tentativi di mantenere lo status quo di una superpotenza delle fossili – ha affermato Vasily Yablokov, responsabile del clima di Greenpeace Russia – Le azioni della Russia in materia sono di grande importanza: il nostro Paese ha un enorme potenziale per ridurre le emissioni di gas serra”.
Con l’annuncio della Federazione Russa restano ad oggi solo altre 11 nazioni che, pur partecipando ai negoziati che portarono la stesura dell’Accordo di Parigi, non ne controfirmarono il testo finale, negando di fatto la loro partecipazione. Si tratta di Angola, Eritrea, Iran, Iraq, Kirghizistan, Libano, Libia, Oman, Sud Sudan, Suriname e Yemen.