654 milioni sono già finanziati per i primi cantieri che partiranno, in 10 città. Galletti: "da ora in poi ognuno dovrà fare la propria parte".
(Rinnovabili.it) – Oltre 100 cantieri contro le alluvioni. Questo il cuore del piano lanciato oggi a Palazzo Chigi dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Primo passo della più ampia strategia per il periodo 2015/2020 per la mitigazione del rischio idrogeologico sull’intero territorio nazionale, la nuova iniziativa d’intervento riporta le misure di contrasto e i siti urbani dove saranno realizzate le opere per prevenire le alluvioni. “Questa è una giornata importante per il Paese perché presentiamo un piano da 1,2 miliardi di euro contro il dissesto idrogeologico”, ha esordito Galletti durante la conferenza stampa di presentazione. Si tratta di un piano vero con risorse vere”.
I primi cantieri, per i quali sono già stati stanziati 654 milioni, partiranno a Bologna, Cesenatico, Firenze, Genova e altre sei città già colpite da calamità naturali, come Olbia e Pescara. Si inizierà dalle emergenze per poi finanziare anche gli altri interventi “a inizio dell’anno prossimo”, mente nei prossimi mesi dovrebbe essere presentata la lista di opere per i piccoli paesi e i centri di montagna.
Le modalità d’intervento, aggiunge il ministro, seguiranno due criteri precisi: “abbiamo scelto da una parte i cantieri che presentano un maggiore rischio per la popolazione, dall’altro lo stato di avanzamento dei cantieri”. Un modo con cui il governo intende premiare le amministrazioni di Comuni e Regioni con progetti in stato avanzato di realizzazione. Inoltre aggiunge Galletti “nei mesi scorsi ci siamo adoperati per la semplificazione: i presidenti delle regioni saranno gli stessi commissari che sovrintenderanno i lavori”. A questo si aggiunge l’accordo stipulato con l’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone per il controlli del piano e, parallelamente quello con i sindacati finalizzato a fare in modo che i cantieri rispettino turni di lavoro che coprano le 24 ore. “Quello che diamo oggi è un segnale culturale, rivolto soprattutto agli amministratori locali: da ora in poi ognuno dovrà fare la propria parte”.