La colonnina di mercurio sale più veloce di quanto le piante riescano ad adattarsi. Significa raccolti più magri: diminuiranno presto i tempi disponibili per l'accumulo di biomassa
(Rinnovabili.it) – La rendita delle coltivazioni è destinata a crollare nel giro un decennio a causa del riscaldamento globale. A lanciare l’allarme è uno studio appena pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, che si concentra in particolare sulla situazione di alcuni paesi dell’Africa equatoriale e australe.
Il messaggio di fondo della ricerca è chiaro: le temperature si stanno alzando ad un ritmo troppo elevato, e cereali e altre piante alla base della nostra dieta non hanno più abbastanza tempo per adattarsi, al contrario di quanto sono riuscite a fare finora con cambiamenti climatici non potenziati dall’uomo. In pratica è come se una persona normale si trovasse a gareggiare sui 100 metri piani contro Usain Bolt: le speranze di vincere sono risibili, impossibile tenere il suo passo. Solo che in palio c’è la sopravvivenza stessa di molte specie vegetali.
Il problema è serio, perché la difficoltà è già reale e tangibile. E viene aggravato da una seconda considerazione. Il tempo di adattamento delle piante va dai 10 ai 30 anni, ma il clima cambia così rapidamente che quando si saranno adattate (secondo le temperature di partenza), le loro caratteristiche non saranno già più compatibili con il clima di quella data. Questo vale nel caso in cui gli agricoltori selezionino le piante e cerchino di rafforzarle: quando saranno pronte per essere piantate, l’ambiente sarà diventato di nuovo troppo caldo. Senza la selezione umana, poi, quella naturale sarebbe ancora più spietata.
Allo stesso tempo, è il rendimento stesso dei raccolti ad essere minacciato dal riscaldamento globale. Infatti l’aumento delle temperature diminuisce il tempo che le piante hanno a disposizione per accumulare biomassa. Quando succederà tutto questo? Secondo lo studio, il mais in alcune aree dell’Africa sarà significativamente minacciato già a partire dal 2018, tra meno di due anni. Entro il 2031 prevedono che la situazione sia tale in tutto il continente.