Uno studio pubblicato su Science Advances corregge le misurazioni dei decenni passati e elabora un modello in grado di tappare i "buchi" nelle rilevazioni
(Rinnovabili.it) – Le temperature degli oceani sono aumentate il 13% più velocemente del previsto. E il riscaldamento globale che colpisce la grandi masse d’acqua del globo segue una tendenza in piena accelerazione. Il tasso di riscaldamento infatti è più che raddoppiato tra il 1960 e il 1992, e dagli anni ’90 i suoi effetti hanno iniziato a farsi sentire anche a profondità maggiori di 700 metri.
È quanto afferma uno studio – appena pubblicato sulla rivista Science Advances – che ha proceduto a una revisione di tutti i dati disponibili sulle temperature degli oceani tra la fine degli anni ’50 e il 2015. Il paper si concentra su uno degli aspetti più importanti, e allo stesso tempo più controversi, della misurazione del riscaldamento globale: gli oceani. Sotto scrutinio finiscono le tecniche di rilevazione delle temperature, sia a livello pratico (boe, navi) sia per quanto riguarda i modelli di riferimento applicati e le profondità alle quali vengono prese le temperature. Una ricerca che cerca di fare ordine in un ambito di primaria importanza per comprendere l’andamento del clima, visto che il 90% del calore accumulato dalla Terra viene intrappolato dagli oceani.
E il risultato di questa revisione è che l’aumento delle temperature degli oceani è stato più rapido di quanto si pensava in precedenza. Un risultato importante, perché conoscere con precisione come l’oceano si è riscaldato e come il calore si è diffuso più in profondità permette di corroborare teorie e modelli predittivi del clima che si basano sui cambiamenti climatici di origine antropica.