Secondo la ricerca di IIASA e l'Università di Helsinki l'innalzamento delle temperature porta le piante a rilasciare un gas che contribuisce alla formazione di nubi e al raffreddamento dell'atmosfera
(Rinnovabili.it) – Man mano che le temperature terrestri si fanno più calde, le foreste aumentano il loro ruolo naturale di “antipiretico” nei confronti della febbre del pianeta, aiutando a tenere sotto controllo il riscaldamento globale. A scoprire ed identificare questa relazione di causa-effetto tra piante e clima è un gruppo di scienziati dell’austriaco IIASA (International Institute for Applied Systems Analysis) e dell’Università di Helsinki che ha pubblicato in questi giorni il proprio studio pubblicato su Nature Geoscience. La ricerca mette in luce un anello di retroazione negativa in cui temperature più elevate portano ad un aumento delle concentrazioni di aerosol naturali che hanno, a loro volta, un effetto di raffreddamento sul clima. “Le piante, – spiega Pauli Paasonen ricercatore e autore dello studio – reagendo alle variazioni di temperatura, riescono a moderare questi stessi cambiamenti”. Gli scienziati hanno approfondito un meccanismo noto ma ancora poco compreso: il rilascio dell’aerosol biogenico, particolato proveniente dalle piante e costituito da composti organici volatili.
“Tutti conosciamo l’aroma della foresta: il profumo è fatto proprio da questi gas”, aggiunge il collega Ari Asmi. Nello specifico le piante rilasciano gas che, dopo l’ossidazione atmosferica, tendono ad attaccarsi alle particelle di aerosol, formando corpuscoli ancora più grossi che riflettono la luce solare, e fornendo così la materia prima per la formazione delle nuvole. Il nuovo studio ha dimostrato che man mano che le temperature aumento aumenta anche la produzione di questo gas. L’effetto di queste emissioni sul clima è piuttosto contenuto dal momento che contrastano circa l’1 per cento del riscaldamento climatico. “Questo non ci salva dal surriscaldamento”, commenta Paasonen, tuttavia “gli effetti dell’aerosol sul clima sono una delle principali incertezze nei modelli climatici. La comprensione di questo meccanismo potrebbe aiutarci a ridurre tali incertezze e migliorare i modelli di studio”.
La ricerca ha anche mostrato come l’effetto sia molto più grande su scala regionale, contrastando anche fino al 30% del riscaldamento nelle più zone rurali. Ciò significa che, soprattutto in luoghi come la Finlandia, la Siberia, il Canada questo ciclo di feedback può sostanzialmente ridurre il riscaldamento.