Se non taglia subito le emissioni, la terra dei canguri sarà il Paese più colpito dal riscaldamento globale: +5°C, con mari più alti di 80 centimetri
(Rinnovabili.it) – I primi a finire arrosto per il riscaldamento globale saranno gli australiani, e per questo potranno ringraziare solo il loro governo. Lo sostiene l’analisi del clima più completa mai condotta sul Paese. Se ne sono occupati l’agenzia scientifica nazionale CSIRO e il Bureau of Meteorology, che hanno rilasciato le proiezioni basandosi su 40 modelli climatici globali e dando vita alla previsione più seria sul cambiamento climatico in Australia.
Le conclusioni sono a dir poco angoscianti: l’isola rischia un aumento di temperatura superiore ai 5 gradi entro fine del secolo, superando il tasso di riscaldamento che colpirà il resto del mondo. Sempre se non si interviene drasticamente per ridurre le emissioni di gas serra.
Il rapporto non ha nascosto la convinzione che le temperature aumenteranno in tutta l’Australia per tutto questo secolo, con una media annuale che si attesterà sugli 1.3 gradi in più nel 2030 rispetto alla media del periodo 1996-2005. Le proiezioni possono comunque subire revisioni al ribasso: molto, se non tutto, dipende dal taglio delle emissioni che il Paese deciderà. Ma non è solo l’Australia: secondo la ricerca il mondo intero sta continuando sulla strada che porta allo scenario più catastrofico, che nella terra dei canguri si tradurrebbe in un aumento di temperatura tra i 2.8 e i 5.1 gradi al 2090.
Secondo i ricercatori, però, questo approccio “business-as-usual” ai combustibili fossili è destinato a cuocere l’Australia prima che il resto del mondo, per il quale prevedono, in media, un aumento di temperatura tra i 2.6 e i 4.8 gradi entro il 2090.
L’isola ha già visto salire la colonnina di mercurio di 0.9 gradi dal 1910 ad oggi, un dato che sembra ridicolo se paragonato a quello prospettato per l’immediato futuro. Di conseguenza, il livello dei mari si alzerà di una quota fra i 45 e gli 82 centimetri entro il 2090. In Australia, inoltre, pioverà di meno, ma cresceranno gli eventi pluviometrici estremi.
Il risultato combinato del cambiamento climatico nell’isola sarà l’aumento del numero di morti per ondate di calore, un calo delle risorse idriche, impatti sull’agricoltura e rischi per le infrastrutture costiere a causa dell’aumento del livello dei mari.