I tre scienziati, Richard Thompson, Tamara Galloway e Penelope Lindeque hanno realizzato una ricerca all’avanguardia sugli impatti delle microplastiche su uomo e ambiente che ha ricevuto il Volvo Environment Prize 2022
(Rinnovabili.it) – Gli impatti delle microplastiche su essere umani e ambiente sono uno dei grandi interrogativi della ricerca scientifica. Se negli ultimi anni ci sono stati notevoli avanzamenti circa la capacità di determinarne e quantificarne la presenza, risulta ancora complesso riuscire a indagare le conseguenze materiali che generano.
Una ricerca all’avanguardia sul tema, realizzata da Richard Thompson, Tamara Galloway e Penelope Lindeque, si è aggiudicata il Volvo Environment Prize 2022.
La collaborazione tra i tre scienziati, dicono dalla giuria, “è stata determinante nel fornire la consapevolezza sociale dell’inquinamento da plastica come una sfida globale emergente e innescare azioni politiche”.
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La diffusione delle microplastiche sul Pianeta
Durante i suoi studi di biologia Richard Thompson aveva iniziato a lavorare sui rifiuti rinvenuti sulle spiagge inglesi, mappandoli e indagandone la natura. Nel 2004 aveva pubblicato l’articolo scientifico “Lost at Sea: Dov’è tutta la plastica?”, che ha dato il via a un nuovo ambito di ricerca completamente inedito. Lo scienziato oggi coordina l’Unità Rifiuti Marini Internazionale presso l’Università di Plymouth. Con Tamara Galloway, docente di Ecotossicologia e a capo di un gruppo di ricerca sulla plastica dell’Università di Exeter e Penelope Lindeque, professore e capo del dipartimento di Ecologia Marina e Biodiversità del Laboratorio Marino di Plymouth, costituiscono un team riconosciuto a livello mondiale nel campo delle indagini sugli aspetti connessi all’inquinamento da microplastiche.
I loro studi non hanno ancora stabilito le conseguenze effettive dell’ingestione di microplastiche, ma secondo Galloway “Per molti organismi alla base della rete alimentare marina, l’ingestione di plastica impedisce di mangiare cibo nutriente e ha un effetto a catena su quanto velocemente crescano”.
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Ma è possibile purificare l’acqua contaminata dalle microplastiche? Le operazioni di rimozione delle microplastiche dalle acque oceaniche sono molto complesse ma un esperimento del Plymouth Marine Laboratory coordinato da Penelope Lindeque ha utilizzato le cozze, che si sono rivelate potenti filtri naturali in grado di ingerire le microplastiche e poi espellerle. “Dai nostri esperimenti di laboratorio sappiamo che 5 chilogrammi di cozze possono rimuovere un quarto di milione di pezzi di plastica all’ora“, ha spiegato. “È assolutamente incredibile”.