Rinnovabili • A2a, Mazzoncini: produrremo idrogeno da termovalorizzatore Brescia

Trattamento rifiuti urbani: ancora troppe discariche e resiste il divario tra Nord e Sud

Un’analisi pubblicata dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani mostra i dati sul trattamento dei rifiuti urbani in Italia. Il nostro Paese è indietro rispetto agli obiettivi europei: ancora troppi rifiuti finiscono in discarica e c’è un forte squilibrio di presenza di impianti tra Nord, Centro e Sud.

A2a, Mazzoncini: produrremo idrogeno da termovalorizzatore Brescia
Di Jorrit Tornquist – Jorrit Tornquist, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=66655675

Le pecche del trattamento rifiuti urbani in Italia nel rapporto dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani

(Rinnovabili.it) – Un’analisi pubblicata dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani mostra i dati sul trattamento dei rifiuti urbani in Italia, denunciando l’arretratezza del nostro paese rispetto ai principali partner europei e un forte squilibrio di presenza di impianti tra Nord, Centro e Sud.

Il 70% dei termovalizzatori si trova infatti nelle regioni settentrionali: la conseguenza è sono importanti volumi di traffico di rifiuti dal Centro-Sud al Nord.

Siamo indietro rispetto al resto d’Europa

Gli obiettivi europei per il trattamento dei rifiuti urbani prevedono di raggiungere il 60% di recupero di materia entro il 2030 e il 65% entro il 2035, il 70% per i rifiuti da imballaggio e che, entro il 2050, la percentuale di rifiuti smaltiti in discarica non superi il 10%. Nel 2019 l’Italia era appena a quota 46,9% rispetto al recupero di materia, e conferiva il 20,9% dei propri rifiuti in discarica.

Nello stesso anno abbiamo prodotto 30,1 milioni di tonnellate di rifiuti: siamo i terzi in Europa, preceduti soltanto dalla Germania, che ne produce 50,6 milioni di tonnellate, e dalla Francia, con le sue 37,4 tonnellate. Rispetto alla produzione pro-capite siamo in linea con la media europea di 501 kg di rifiuti per abitante all’anno, ma l’Osservatorio ha mostrato come in questi anni ci sia stato un aumento per le regioni del Centro, che sono arrivate a quota 550 kg pro-capite a fronte dei 521 del Nord e dei 451 del Sud.
Il 32,7% dei rifiuti è riciclato come materiale non organico, il 23,2% come frazione organica; il 22,7%  finisce in discarica, il 20,7 nei termovalorizzatori mentre lo 0,7% viene incenerito in impianti a basso recupero energetico.

Il divario tra Nord e Sud nel trattamento dei rifiuti urbani

Dei 37 termovalorizzatori presenti sul territorio nazionale, ben 26 sono situati nel Nord Italia: degli altri, 6 sono al Sud e 5 al Centro. La divisione disomogenea della presenza degli impianti determina  importanti volumi di traffico interno al Paese. Lo studio segnala che secondo un’indagine di Utilitalia ogni anno la nostra spazzatura percorre 62 milioni di km, con un costo di 75 milioni di euro e la produzione di 40mila tonnellate di emissioni di CO2.

Le regioni del Nord si occupano infatti del 70,7% del trattamento dei rifiuti urbani; al Sud è trattato il 19% e al Centro appena il 10,3. Anche per quanto riguarda il trattamento dell’organico derivante dalla raccolta differenziata i dati sono confermati: il Nord si occupa di più del doppio dei rifiuti che Centro e Sud, insieme, riescono a smaltire.

La distribuzione diseguale di impianti influenza la quantità di rifiuti che finiscono in discarica. Se al Nord ci finiscono 55 kg di rifiuti per abitante, le regioni del Centro arrivano a quota 159 kg: il dato è aumentato di 26 kg tra 2018 e 2019; al Sud la quota è di 139 kg pro-capite.

Prime imputate Lazio e Campania che, secondo il Rapporto Ispra 2020, “sono le regioni che esportano in assoluto più rifiuti organici in Italia, mandando in regioni non limitrofe (prevalentemente verso Veneto, Friuli e Lombardia) rispettivamente il 25 e il 14,5% del totale della frazione organica da loro prodotta”. Tra il 2018 e il 2019, in particolare, la quantità di rifiuti finiti in discarica nel Lazio è raddoppiata, e nel 2020 superavano ancora abbondantemente quella segnalata due anni prima.

Le differenze sono influenzate dal reddito pro-capite ma potrebbe avere un ruolo importante anche la sottostima della quantità di rifiuti urbani prodotti dovuta a sistemi poco efficiente di raccolta e trattamento, spesso a causa della presenza di discariche abusive.