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Rifiuti di plastica: dal 1° gennaio in vigore le norme globali anti-dumping

L’obiettivo è garantire più trasparenza sulla composizione dei carichi di rifiuti avviati a smaltimento in paesi terzi e limitare l’inquinamento dei mari

Rifiuti di plastica
credits: Martina_Schwab da Pixabay

Nuove regole per l’esportazione di rifiuti di plastica

(Rinnovabili.it) – Basta dumping sui paesi in via di sviluppo. E più trasparenza sui rifiuti di plastica che vengono spediti oltreconfine. Dal 1° gennaio entrano in vigore le nuove norme internazionali che puntano a migliorare la qualità dei materiali avviati a riciclo, limitare le pratiche di smaltimento illegali e diminuire la quantità di plastiche sversate in mare.

Che cosa prevedono le nuove regole nello specifico? I paesi che vogliono esportare rifiuti di plastica devono dichiarare con più trasparenza il contenuto esatto dei carichi, indicando le tipologie di plastiche presenti. Queste informazioni devono essere messe a disposizione dei paesi riceventi prima che le spedizioni siano partite. In questo modo, questi Stati hanno la possibilità di rifiutare eventuali carichi troppo complessi da riciclare,  o con materiali per il cui trattamento non sono attrezzati.

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Nel complesso, il primo effetto del provvedimento globale dovrebbe essere una limitazione del fenomeno del dumping. Finora, la prassi è stata che i paesi più avanzati, dove sono in vigore norme ambientali più stringenti anche sul riciclo dei materiali e il trattamento dei rifiuti, hanno trovato più conveniente spedire certe tipologie di rifiuti a paesi terzi. Questi normalmente sono in via di sviluppo, con regole sulla protezione ambientale più lasche o minori controlli. Con il risultato, in buona sostanza, di trasferire l’inquinamento causato da uno smaltimento non corretto delle materie plastiche verso i paesi più poveri.

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Un altro effetto atteso da questo provvedimento è una diminuzione dei rifiuti di plastica sversati in mare. Questa soluzione, infatti, ha tra le sue cause proprio il fenomeno del dumping. “È mia opinione ottimistica che, in cinque anni, vedremo risultati”, ha detto al quotidiano britannico Guardian Rolph Payet, direttore esecutivo delle convenzioni di Basilea, Rotterdam e Stoccolma. “Le persone in prima linea ci diranno se c’è una diminuzione della plastica nell’oceano. Non credo che ciò accada nei prossimi due o tre anni, ma su un orizzonte di cinque anni”.