Rinnovabili • Deposito scorie nucleari: il MASE apre alle autocandidature Rinnovabili • Deposito scorie nucleari: il MASE apre alle autocandidature

Il deposito scorie nucleari italiano? Sarà in un comune Pimby: sì alle autocandidature

Entro settembre il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica emanerà un provvedimento per rendere possibile ai Comuni autocandidarsi ad ospitare il deposito che conterrà tutti i rifiuti radioattivi italiani, in linea con le norme UE, e l’annesso parco tecnologico

Deposito scorie nucleari: il MASE apre alle autocandidature
Foto di Tatiana Rodriguez su Unsplash

Potrebbe finire in un territorio non incluso nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee

(Rinnovabili.it) – Please in my back yard. L’odissea del deposito scorie nucleari potrebbe finire grazie a un Comune “Pimby”, un territorio che propone di sua spontanea volontà di ospitare la struttura dove saranno stoccati tutti i rifiuti radioattivi italiani. È su questa ipotesi che sta lavorando il MASE, ha fatto sapere in questi giorni il titolare Gilberto Pichetto.

Autocandidature per il deposito scorie nucleari

“Ho intenzione di aprire anche alle autocandidature a fianco alla Carta delle aree”, ha rivelato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica l’11 luglio, a margine della relazione di Arera alla camera, ai cronisti che chiedevano notizie della CNAPI, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a ospitare il deposito scorie nucleari e l’annesso parco tecnologico che è stata pubblicata nel 2021 dopo molti anni di ritardi. Dovuti anche alla delicatezza del tema e all’opposizione della maggior parte dei territori.

Per aprire questa nuova strada all’annoso problema dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi in Italia, il MASE deve procedere con una modifica legislativa. Che potrebbe arrivare a breve. “A settembre faccio un provvedimento dove ci metto una norma sulle autocandidature”, assicura Pichetto, che in questi giorni ha fatto il punto della situazione con Sogin, la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, a cui fa capo il processo di creazione del deposito scorie nucleari.

E la CNAPI?

A quel punto le opzioni possibili diventerebbero due. La prima, quella maestra, è la selezione, da parte del governo, di un Comune che sia indicato tra quelli idonei dalla CNAPI affinché sul suo territorio sia costruito il deposito nazionale per le scorie nucleari. La seconda e nuova possibilità sarebbe quella dell’autocandidatura. Con il dettaglio, non da poco, che il Comune volenteroso potrebbe anche non ricadere nelle aree individuate dalla CNAPI.

Significa che ci sono già dei Comuni che hanno manifestato al MASE l’intenzione di ospitare la struttura? Pichetto risponde con un laconico “Non lo so, ma è giusto aprire”. Solo lo scorso maggio, invece, aveva accennato a 3-4 possibili autocandidati: “al momento ce ne sono alcuni. Non voglio indicare quali sono, perché spetta a loro a farsi avanti ma almeno 3 o 4 opzioni possono esserci”, aveva detto il 24 maggio all’Adnkronos. Se ci fossero Comuni “Pimby” “verificheremmo in tempi ragionevoli l’idoneità. E su questo faremo una scelta”. Non è però chiaro come possa essere valutata l’idoneità se quei Comuni non rispettano i criteri adottati dalla CNAPI e ritenuti necessari per garantire la sicurezza del processo.