Rinnovabili • gestione dei rifiuti

Coronavirus e gestione dei rifiuti: mancano le strutture

In tempi emergenziali la gestione dei rifiuti diventa, o meglio, torna ad essere, un serio problema. Gli operatori dovranno distinguere tra rifiuti differenziati e indifferenziati di cittadini in quarantena perché potenzialmente positivi. L’ Snpa ha diramato alcune line guida, ma la mancanza di impianti adeguati - più volte s’era detto - rischia di portare al sovraccarico

gestione dei rifiuti
Di Alessandro AntonelliOpera propria, CC BY 3.0, Collegamento

L’emergenza sanitaria acuisce problema noto da tempo: con la mancanza di impianti per la gestione dei rifiuti ora si rischia il sovraccarico

(Rinnovabili.it) – L’emergenza Coronavirus e le relative misure restrittive avranno anche abbassato i livelli d’inquinamento atmosferico, ma non la produzione di rifiuti. Al contrario, quelli ospedalieri sono più che triplicati. La situazione è seria, specialmente se si considera la necessità di una gestione particolare di tutti quegli scarti prelevati presso strutture o abitazioni private dove risiedono cittadini potenzialmente positivi al Covid 19. 

Esattamente come per i posti letto in ospedale, mancano sufficienti ed adeguati impianti per la gestione dei rifiuti. Sulla questione è intervenuto direttamente il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), diramando alcune linee guida per l’emergenza.
Dal documento appare subito chiara la situazione: il sistema, già in grande difficoltà per via della mancanza di sufficienti impianti di smaltimento, potrebbe collassare a causa dell’elevato quantitativo di rifiuti da gestire.

L’emergenza sanitaria nazionale connessa all’infezione da virus SARS-Cov-2 – sottolinea il Snpa – sta determinando problematiche nel settore dei rifiuti, in particolar modo nel ciclo di gestione dei rifiuti urbani, dei fanghi generati dal trattamento delle acque reflue, nonché per i rifiuti prodotti dagli impianti produttivi. Le problematiche sono prevalentemente legate ad una carenza di possibili destinazioni per specifiche tipologie di rifiuti, attualmente non gestite sul territorio nazionale per l’assenza di una specifica dotazione impiantistica e, nel caso dei rifiuti urbani, a difficoltà organizzative e logistiche”.

Tali difficoltà, spiega il documento, sarebbero in parte dovute alla deviazione di alcuni flussi dalla raccolta differenziata a quella indifferenziata. Ma sulla questione pesano anche le difficoltà delle aziende nella formazione del personale e nella dotazione dei necessari dispositivi di protezione individuale.  

Il problema si pone in particolare per la raccolta dei rifiuti presso le abitazioni di chi costretto alla quarantena perché positivo al tampone. I cittadini sani (o presunti tali) continueranno con la normale raccolta differenziata, mentre i positivi sono invitati a interromperla. I rifiuti finiranno nell’indifferenziata, per poi essere “prioritariamente avviati a incenerimento senza alcun trattamento preliminare”. 

Snpa ha evidenziato inoltre il problema relativo al sovraccarico degli impianti di gestione dei rifiuti ed al conseguente rischio dell’interruzione del servizio. “Appare necessario – continua in documento – intervenire in relazione alla presumibile necessità di maggiore capacità di deposito temporaneo presso gli impianti produttivi e di messa in riserva e deposito preliminare”. Una richiesta d’aiuto già e più volte lanciata in precedenza – ben prima dell’emergenza Coronavirus” – e fondamentalmente caduta nel vuoto. La mancanza di impianti adeguati sull’intero territorio nazionale era un problema noto, esattamente come quello relativo ai tagli alla sanità e alla mancanza di posti letto in rianimazione.

Leggi anche “ISPRA, Rapporto Rifiuti urbani 2019: in Italia oltre 30 mln di tonn l’anno”