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Nasce il primo atlante mondiale dei flussi di rifiuti elettronici

Le Nazioni Unite lanciano un rapporto che monitora il commercio internazionale di rifiuti elettronici e i suoi impatti, specialmente nel Sud globale

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Via depositphotos.comGreat for recycle and environmental themes.

Solo il 17% dei rifiuti elettronici è gestito in modo tracciabile 

(Rinnovabili.it) – Su 54,6 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici generati in tutto il mondo nel 2019, solo il 17% è stato gestito in modo tracciabile. Che succede al restante 83%. Non lo sa nessuno. Questi 44,3 milioni di tonnellate potrebbero essere in parte trattati o addirittura riciclati, oppure finire bruciati o sepolti sottoterra.

Per capirci di più, il programma SCYCLE dell’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (UNITAR), ha istituito un sistema di monitoraggio globale dei RAEE. I ricercatori hanno raccolto tutti i possibili dati dalla Convenzione di Basilea, dalle statistiche commerciali e dalla letteratura, compilando il primo Global Transboundary E-waste Flows Monitor. Il rapporto è il primo tentativo di tracciare i flussi transfrontalieri dei rifiuti elettronici, per capire dove vanno e quale impatto hanno sulle comunità e gli ecosistemi.

I RAEE rappresentano infatti una delle più importanti minacce ambientali e sanitarie derivanti dalla produzione industriale, ricchi come sono di sostanze nocive. Sono oltretutto un settore in costante crescita, carico di metalli preziosi che potrebbero essere recuperati e riciclati.

Dove vanno i rifiuti elettronici?

L’OMS ha calcolato che quasi 13 milioni di donne e 18 milioni di bambini lavorano nel trattamento dei rifiuti elettronici in modo informale, esposti a sostanze chimiche tossiche. Tra queste piombo, mercurio, nichel, ritardanti di fiamma bromurati e idrocarburi policiclici aromatici. Naturalmente, questi impatti si concentrano nel Sud globale, vera e propria “discarica” di RAEE dei paesi ricchi. In molti paesi mancano infrastrutture di gestione e diritti sociali, fatto che li rende appetibili per il commercio transfrontaliero. 

Il nuovo “atlante” dei flussi creato dall’UNITAR stima che circa 5,1 milioni di rifiuti elettronici (quasi il 10% del totale) sia oggetto di commercio internazionale. Solo 1,8 milioni di tonnellate vengono spedite in modo controllato. Ne restano 3,3 incontrollate, che possono far parte di un commercio legale, ma anche di un traffico illegale di rifiuti elettronici verso paesi con costi di trattamento inferiori

Il rapporto conferma comunque che il movimento dei RAEE è soprattutto da nord a sud, da paesi ad alto reddito a paesi con reddito medio e basso. Solo una minima parte, tra le 2 e le 17 mila tonnellate, vengono sequestrate perché commercializzate illegalmente dall’Unione europea. Con ogni probabilità è solo la punta dell’iceberg, il che dimostra quanto sono limitate ancora le capacità ispettive.I principali hub di importazione per le esportazioni incontrollate sono il Nord Africa e l’Africa occidentale, principalmente dall’Europa e in misura minore dall’Asia occidentale. Ciò sta creando un enorme impatto sull’ambiente e sui lavoratori informali.