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Fondi di caffè e idrogeno da rifiuti, la nuova via dell’acciaio verde

Il centro SMaRT dell'Università del New South Wales sta conducendo nuove ricerche sull'impiego di risorse biologiche di scarto nella produzione dell'acciaio, sia come sostituti del carbon coke nei forni elettrici ad arco, sia come fonte di idrogeno.

acciaio verde
via Pixabay

(Rinnovabili.it) – Materiale fondamentale della vita moderna, l’acciaio lascia dietro sé un’impronta ambientale non trascurabile. Oggi l’industria siderurgica è uno dei più grandi produttori di CO2: da sola è responsabile di oltre il 7% di tutte le emissioni a livello mondiale. Come parte dei nuovi sforzi globali per la decarbonizzazione del settore, il centro SMaRT dell’Università del New South Wales, in Australia, ha brevettato la tecnologia Green Steel, letteralmente acciaio verde.

Di cosa si tratta? Di un processo chiamato Polymer Injection Technology (PIT) e messo a punto con OneSteel per realizzare leghe utilizzando pneumatici a fine vita e plastica di scarto al posto del carbon coke. La tecnologia è già arrivata sul mercato, e oggi il Centro è pronto a dar vita alla seconda generazione di acciaio verde. In alcuni studi pubblicati in questi giorni su Science, i ricercatori dello SMaRT spiegano come integrare anche i fondi di caffè e l’idrogeno ottenuto dai rifiuti nel loro processo. “I produttori siderurgici devono soddisfare precisi requisiti di qualità”, spiega la professoressa Veena Sahajwalla, direttrice del centro universitario. Ma “il metallo che viene prodotto non ha alcuna memoria del materiale di base, che esso sia carbone o caffè”. 

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Nel dettaglio, la tecnologia utilizza polimeri riciclati come un iniettante di carbonio alternativo nei forni elettrici ad arco (Electric Arc Furnace – EAF). Nella produzione EAF convenzionale, l’iniezione di coke o antracite produce una scoria schiumosa, che funge da coperta sull’acciaio fuso durante il processo. L’alternativa dei polimeri riesce tuttavia a migliorare le proprietà schiumogene delle scorie, incrementando l’efficienza energetica elettrica complessiva e la trasmissione del calore.

Negli ultimi studi il team ha anche valutato la generazione in situ di idrogeno attraverso la trasformazione termica di polimeri di scarto, da impiegare come agente riducente.

“Abbiamo dimostrato che [la nostra tecnologia] fa il lavoro a un livello comparabile, quindi avremo almeno una performance equivalente. Ma mi piacerebbe dimostrare che si può ottenere ancora di più. L’ideale sarebbe eliminare completamente il coke”, ha aggiunto Veena. “Se hai una combinazione di materiali, ottieni un risultato migliore perché sei in grado di mettere a punto e personalizzare l’acciaio verde”.