I rifiuti plastici invadono i nostri mari. Legambiente ha voluto ribadire l'importanza di limitare l'inquinamento per la salvaguardia di flora e fauna
(Rinnovabili.it) – E’ la plastica una delle maggiori fonti di inquinamento dei nostri mari. Lo conferma nuovamente Legambiente dopo aver valutato le condizioni del mare del Golfo di Manfredonia, dove solo lo scorso anno l’8% di 211 tartarughe marine ha ricevuto assistenza medica per aver ingerito rifiuti plastici. Allargando la lente e guardando il Mediterraneo occidentale il 79,6% dei decessi delle tartarughe marine sono causati dai rifiuti.
Il nostro mare, denuncia Legambiente, è pieno di rifiuti. Alcuni galleggiano, altri si depositano sul fondo del mare e altri trasportati dalla corrente arrivano fino alle nostre spiagge, con una media di 4 rifiuti per ogni ombrellone.
Ed è per queste ragioni che la Goletta Verde di Legambiente ha voluto inviare un nuovo appello alla Regione Puglia: “Si studi un progetto pilota per coinvolgere i pescatori, le marinerie, le associazioni di categoria e i comuni per la raccolta dei rifiuti sui fondali marini e il loro corretto smaltimento. Vorremmo che la Puglia si distingua avviando questo processo, che, in Italia, a parte alcune eccezioni, è ostacolato da troppa burocrazia e poca progettualità. Iniziamo dal Gargano e dalle buone premesse per l’attuazione della Marine Strategy”.
A chiarire la situazione dell’inquinamento da plastica dei nostri mari i dati contenuti nel progetto Gionha (Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia/Francia 2007-2013) che si è occupato della raccolta dei rifiuti dal fondo del mare. In sei mesi, i 17 pescherecci coinvolti nell’operazione hanno pescato ben 83 tonnellate di rifiuti solidi, ovvero l’equivalente del carico di 10 autocarri pesanti. La maggior parte degli oggetti rinvenuti è in plastica, a seguire oggetti inseriti nella categoria “altro” per il 14%, metallo e vetro (9%) e da materiali da pesca (4%).
I rifiuti in mare rappresentano una pericolosa fonte di inquinamento e una minaccia costante per flora e fauna. Ingeriti da pesci, uccelli e mammieri marini, gli scarti plastici causano spesso la morte per soffocamento degli animali e il disallineamento degli equilibri della catena alimentare.
“Indubbie le ripercussioni dei rifiuti marini sulla fauna e sul disequilibrio della catena alimentare dell’intero ecosistema. Altrettando indubbi anche i costi che ricadono sulle comunità, dall’economia della pesca a quella turistica – dichiara Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde. È per questo motivo che speriamo che la direttiva europea della Marine Strategy possa dare il giusto contributo alla risoluzione di questi problemi e ad avviare una seria politica di prevenzione per scoraggiare chi usa il mare come una discarica e incentivare associazioni di categoria ed enti locali a iniziare le grandi pulizie del nostro mare, a partire dai suoi fondali. È per questo che con Goletta Verde non solo monitoriamo le quantità di marine litter, dal tirreno all’Adriatico, ma promuoviamo incontri come questo per mettere intorno a un tavolo chi ha tutte le competenze per una progettualità dedicata alla strategia marina, a partire dai rifiuti”.