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Rifiuti: Italia deferita alla Corte di giustizia

Il Belpaese non ha rispettato la sentenza del 2007 e la Commissione europea gli impone una multa da 56 milioni di euro

(Rinnovabili.it) – La cattiva gestione dei rifiuti ha lasciato una macchia indelebile sul tricolore italiano e “lavarla via” potrebbe costare al Belpaese una cifra sopra ai 50 milioni di euro. Gli allarmi e le criticità finite sotto la lente europea nel 2007 non hanno ancora trovato risoluzione, lasciando in qualche modo disattesa la sentenza allora emanata: attualmente 255 discariche – 16 delle quali contenenti rifiuti pericolosi – devono ancora essere bonificate e di queste solo 31 potranno contare su un lieto fine” entro il 2012. In poche parole, nonostante gli impegni assunti dalle autorità nazionali, la gestione dei rifiuti affanna ancora l’Italia e Bruxelles sembra aver perso definitivamente la pazienza.

“A seguito della precedente sentenza della Corte la Commissione ha inviato all’Italia, nel febbraio 2008, una lettera di costituzione in mora e, nel giugno 2009, un parere motivato, segnalando che la violazione sistematica e generalizzata constatata dalla Corte di giustizia era ancora in corso – spiega l’esecutivo in una nota stampa.  – Nel giugno 2011 la Commissione ha chiesto all’Italia di presentare un calendario credibile per la regolarizzazione di tutti i siti in questione entro un lasso di tempo ragionevole. Nonostante siano stati compiuti alcuni progressi significativi è chiaro che i problemi persistono in quasi tutte le regioni italiane”.

 

Visti gli esigui progressi e soprattutto la mancanza della prova certa che l’Italia abbia istituito un sistema di controllo adeguato per evitare l’apertura di nuove discariche illegali, la Commissione Europea ha deciso di deferire il nostro Paese alla Corte di giustizia e di imporre un’ammenda forfettaria di 56 milioni di euro (28089,60 euro per giorno tra le 2 sentenze della Corte) e un’ammenda giornaliera di 256819,20 euro per ogni giorno successivo alla seconda sentenza fino al giorno della regolarizzazione dell’infrazione.