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I rifiuti di plastica diventano carburante per le auto a idrogeno

Scienziati della Swansea University studiano il reforming solare delle materie plastiche come mezzo per trasformare i rifiuti polimerici in H2

rifiuti di plastica

 

La seconda vita dei rifiuti di plastica inizia in una giornata di sole

(Rinnovabili.it) – I rifiuti di plastica potrebbero, in un futuro non troppo lontano, fare il pieno alle macchine a idrogeno. La tecnologia per renderlo possibile esiste già ed è stata messa a punto dai chimici dell’Università di Swansea, nel Regno Unito. Gli scienziati hanno creato un processo semplice e a bassa energia per convertire tre comuni polimeri in gas idrogeno puro. L’importanza di questa ricerca – pubblicata ad agosto sulla rivista della Royal Society of Chemistry (RSC) – è stata spiegata dal dott. Moritz Kuehnel in un’intervista alla BBC: il team è riuscito a migliorare la tecnica foto-reforming dei rifiuti di plastica. Si tratta, semplificando molto, di aggiungere ai polimeri un materiale che assorbe la luce, di metterlo in soluzione e di esporlo ai raggi solari per trasformare quelle molecole in altre molecole. “Il processo – spiega Kuehnel – produce gas idrogeno: è possibile vedere le bolle che escono direttamente dalla superficie”.

 

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Negli esperimenti il team di chimici ha convertito acido polilattico, PET e poliuretano impiegando sole, una soluzione acquosa alcalina ed economici punti quantici (nanostrutture di un semiconduttore) in solfuro di Cadmio. Questa tecnica funziona a pressione e temperatura ambiente, genera idrogeno puro e converte il polimero di scarto in prodotti organici come formiato, acetato e piruvato. E cosa ancor più importante, non richiede che i rifiuti siano puliti prima di essere trattati.

Abbiamo moltissima plastica usata ogni anno – miliardi di tonnellate – e solo una minima parte viene riciclata” ha dichiarato Kuehnel. Ciò non dipende solo da una cattiva gestione dei rifiuti: per poter essere recuperata la plastica deve essere pura e pulita. “Devi lavarla e ciò richiede una spesa, e anche se fai tutto questo, la plastica che ottieni non è come il materiale vergine”. “La bellezza di questo processo – aggiunge il ricercatore – è che non è molto esigente, può degradare ogni tipo di spreco. Anche se c’è dell’unto, ad esempio, la reazione non si ferma, anzi migliora”. In realtà non tutta la plastica inserita nella reazione produce H2, una parte rimane intatta nella soluzione. “Otteniamo combustibile a idrogeno e una sostanza chimica che possiamo usare per produrre nuova plastica”.

 

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