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Corte dei Conti UE: la rete Natura 2000 è allo sbando

Poca chiarezza nella gestione dei fondi, mancato rispetto delle direttive Habitat e Uccelli specie nell'istituzione delle Zone speciali di conservazione: il duro giudizio dell'organismo di controllo UE

Corte dei Conti UE: la rete Natura 2000 è allo sbando

 

(Rinnovabili.it) – La gestione della rete Natura 2000 è inadeguata, il suo monitoraggio e l’impiego dei fondi comunitari insoddisfacenti. È il duro giudizio della Corte dei Conti UE, che avverte: i paesi membri stanno “mettendo a rischio la biodiversità” del continente.

L’indagine si è concentrata su 24 aree distribuite su cinque paesi – Francia, Germania, Spagna, Polonia e Romania – ma ha scandagliato l’uso dei fondi in tutta l’Unione. I finanziamenti provenienti da programmi ad hoc come quello per lo sviluppo rurale non sono stati utilizzati per rispondere alle reali e specifiche necessità di ciascun sito. Inoltre, la Corte dei Conti sottolinea che rimane difficile comprendere quanto effettivamente ogni paese abbia speso nel periodo 2007-2013 e quanto denaro sia stato stanziato per quello successivo che si chiude nel 2021. I quadri di azione comunitaria (Paf) consultati hanno fornito un’immagine non abbastanza chiara, mentre le stime sulle esigenze finanziarie per il periodo attuale non sarebbero corrette.

 

La rete Natura 2000 è il principale network per la conservazione della biodiversità creato nell’UE nonché il progetto su cui fa perno l’intera strategia comunitaria. Istituita tramite le Direttive Habitat e Uccelli, copre il 18% del territorio e circa il 6% delle aree marine e conta 27mila siti protetti. Ma nei cinque paesi presi in esame le Direttive non sono state applicate fino in fondo. Ad esempio, solo 8 dei 24 siti visitati dalla Corte dei Conti sono stati designati come Zona speciale di conservazione ai sensi della Direttiva Habitat, e poche hanno aggiornato i loro piani di gestione della biodiversità.

Risale ad appena un mese fa la creazione della prima red list europea degli habitat, stilata da IUCN e promossa dalla Commissione, che fotografava una situazione tutt’altro che positiva per quanto riguarda la conservazione degli habitat nel continente. I più a rischio sono paludi e pantani: 8 su 10 sono classificati come gravemente a rischio o vulnerabili. Seguono poi le praterie, a rischio in più della metà dei casi, e le acque dolci con più di 4 casi su 10 segnalati in pericolo.