Per salvaguardare la natura l'Ue propone la formazione della rete europea contro i reati ambientali che aumenti il monitoraggio del territorio
Il primo compito consisterà nel redigere un rapporto su come la direttiva 2008/99/CE sia stata recepita nei 28 Stati membri dell’UE e su come essa sarà applicata dai giudici nazionali, al fine di individuare eventuali lacune e formulare raccomandazioni per l’attuazione coerente ed efficace in tutta l’UE. Inoltre, il progetto sarà analizzato durante tre workshop durante i quali verranno discussi in particolare i reati di caccia illegale, avvelenamento della fauna selvatica e distruzione dell’habitat.
I reati ambientali, anche se attualmente non hanno una definizione giuridica chiara vengono identificati con quelle azioni intenzionali che causano danni alla biodiversità e gli ecosistemi: bracconaggio, distruzione degli habitat, avvelenamento, pratiche di pesca illegali, inquinamento, ecc Oltre a causare danni economici, la criminalità ambientale è un problema internazionale grave e crescente che ha effetti devastanti sull’ambiente e sulla salute umana.
Creare una rete di controllo e tutela servirà quindi a garantire un monitoraggio costante dei territori con lo scopo di contrastare eventuali pratiche illegali e punirne i responsabili.