L'aumento delle emissioni di gas serra amplificheranno il rischio di guerre, carestie, alluvioni e migrazioni di massa in questo secolo
(Rinnovabili.it) – Il riscaldamento globale sta mettendo in crisi il futuro, minacciando ogni giorno di più la salute, le prospettive economiche, e le fonti acqua e cibo per miliardi di persone. Questa, in poche parole la conclusione del rapporto IPCC, il Comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, dal titolo “Cambiamenti climatici 2014: impatti, adattamento e vulnerabilità”; il documento ha tenuto banco in questi giorni a Yokohama, dove un centinaio di scienziati ed esperti climatici si è riunito per valutare il lavoro svolto dall’ONU. Quello che emerge, con un consenso quasi unanime da parte della comunità scientifica, è che il tempo per agire è ora ed è poco. I danni del surriscaldamento globale si stanno già facendo sentire, le politiche di adattamento al climate change sono ancora inesistenti o troppo contenute e l’impegno nel taglio delle emissioni da parte de governi mondiali è ben lontano dall’ambizione necessaria.
“Il cambiamento climatico è una sfida di gestione dei rischi,” commenta Christopher Field, co-presidente del gruppo dell’IPCC che ha preparato la relazione. “Un modo è quello di diminuire la quantità di riscaldamento che si sta verificando, e l’altro è trovare un via per affrontare il più efficacemente possibile gli stravolgimenti climatici, che non possono essere evitati”. Il rapporto segue una precedente valutazione in cui veniva aumentata la probabilità che gli esseri umani siano i soli responsabili del global warming, ed ha lo scopo di orientare i governi che hanno promesso di concordare un patto climatico nel 2015.
Secondo gli esperti il livello crescente di aumenti della temperatura comporta inevitabilmente una maggiore probabilità di impatti “gravi, pervasivi e irreversibili”; impatti per i quali, senza interventi adeguati, si rischia di dover sborsare migliaia di miliardi di euro per danni ai beni e agli ecosistemi e per aumentare le difese dalle catastrofi naturali. in base alle previsioni riportate nel documento la temperatura globale salirà di 0.3-4.8 gradi Celsius in questo secolo, mentre il livello del mare si innalzerà tra i 26 e gli 82 centimetri entro il 2100; è stato calcolato che un riscaldamento di circa 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali potrebbe costare circa lo 0.2-2.0 % del PIL globale annuo. “Il rapporto del Working Group II – ha commentato Rajendra Pachauri, presidente dell’IPCC – è un altro importante passo avanti nella nostra comprensione di come ridurre e gestire i rischi del cambiamento climatico. Insieme con le relazioni del Working Group I e III (rispettivamente di settembre 2013 e di prossima pubblicazione ad aprile 2014, ndr) fornisce una mappa concettuale non solo sulle caratteristiche essenziali della sfida climatica, ma anche sulle opzioni per le soluzioni”.