Pubblicato il report del Basel Action Network: Regno Unito, Danimarca, Irlanda e Italia tra i maggiori esportatori di RAEE verso Africa e sud est asiatico.
La stima ottenuta su un campione di rifiuti elettronici tracciati con GPS nascosti
(Rinnovabili.it) – C’è una falla nell’economia circolare dell’Unione europea: l’esportazione illegale di rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE). A sostenere la tesi il report pubblicato dal BAN, l’organizzazione di sorveglianza mondiale Basel Action Network secondo cui circa il 6% dei prodotti elettrici ed elettronici dismessi nell’Unione europea verrebbe esportato, in larga parte verso Paesi in via di sviluppo, violando la normativa comunitaria conosciuta come Waste Shipment Regulation’s: un volume stimato di oltre 350 mila tonnellate di scarti ogni anno.
Il report è frutto di ricerche portate avanti negli ultimi due anni: gli investigatori del BAN hanno installato impianti GPS nascosti in 314 apparecchi elettronici dismessi e stoccati in apposite aree di recupero in 10 Paesi europei (18 in Austria, 29 in Belgio, 20 in Danimarca, 54 in Germania, 17 in Ungheria, 24 in Irlanda, 48 in Italia, 20 in Polonia, 45 in Spagna e 39 nel Regno Unito). I GPS sono stati piazzati in prodotti contenenti materiali di risulta pericolosi per l’uomo e l’ambiente come Monitor LCD (143), schermi con tubo catodico (55), desktop (65) e stampanti (51).
Dei 314 prodotti seguiti, 19 (il 6%) risultano esportati al di fuori dei Paesi in cui erano stati dismessi: di questi 11 sono stati inviati illegalmente verso Paesi in via di sviluppo (Nigeria, Ghana, Tanzania, Tailandia, Pakistan, Ucraina e Hong Kong), il 37% verso nazioni africane e 8 ad altri Stati membri dell’Unione europea (Austria, Germania, Belgio, Polonia, Romania e Ungheria). Tutti i Paesi monitorati hanno esportato illegalmente gli scarti tracciati; solo dall’Ungheria non risultano esportazioni al di fuori dei confini nazionali.
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Il Paese con il maggior numero di esportazioni illegali è il Regno Unito con 5 apparecchi dismessi spediti verso Nigeria, Tanzania e Pakistan; Danimarca e Irlanda seguono con 3 esportazioni; per l’Italia, gli export illegali di RAEE sarebbero 2.
Partendo dal campione tracciato, gli esperti del BAN hanno stimato un circolo potenziale di esportazioni illegali di RAEE in partenza dall’Ue e destinate a Paesi in via di sviluppo, pari a 352.474 tonnellate annue.
La percentuale di export illegali proveniente dall’Ue risulta comunque tra le più basse a livello mondiale: in report precedenti, il BAN stimava un 6% di esportazioni non regolamentari in partenza dall’Australia, 12% dal Canada e 34% in partenza dagli Stati Uniti e diretti verso Paesi asiatici (la stima toccava quota 40% considerando tutte le esportazioni illegali degli USA), un gap dovuto, secondo gli analisti del BAN alla totale assenza di una legislazione in materia nei Paesi nordamericani. Proprio l’Accordo di Basilea, infatti, garantirebbe agli Stati membri dell’Ue una maggiore attenzione allo smaltimento dei RAEE che, però, visti i risultati dell’indagine del BAN, necessità di maggior rigore per abbattere il fenomeno delle esportazioni illegali e colmare il buco che attanaglia l’economia circolare europea.