Dopo le conferme della Russia sulla nube radioattiva generata da una fuga di Rutenio 106, molte persone si chiedono se devono considerarsi in pericolo
Domande e risposte sulla natura della nube radioattiva
(Rinnovabili.it) – In questi ultimi giorni è emersa una notizia preoccupante, che tuttavia non ha trovato grande spazio sulle pagine dei giornali. Una nube radioattiva proveniente dalla Russia ha coperto parte dell’Europa nel mese di settembre, compresa l’Italia. Di cosa si tratta? Ed è pericolosa? Sono domande legittime, specie dopo le conferme giunte dal servizio meteorologico russo Rosgidromet, che ha trovato concentrazioni di un isotopo radioattivo – il rutenio 106 – quasi 1.000 volte sopra i limiti in una particolare zona del paese, entro cui si trova il sito nucleare di Mayak. Nel 1957, in questo impianto è esploso un serbatoio di rifiuti atomici, che ha generato una nube radioattiva di cesio, stronzio e plutonio su un’area di 23 mila kmq, sprigionando almeno il doppio dei radionuclidi dell’incidente di Chernobyl. Viste le premesse, è il caso di porsi alcune domande.
- Cosa sta succedendo a sessant’anni si distanza? Gli esperti hanno rilevato la presenza di rutenio 106 (Ru-106), sottoprodotto delle reazioni nucleari: il combustibile iniziale è tipicamente uranio o plutonio e si divide in nuclei più piccoli, il cui processo di decadimento dà origine a diversi elementi radioattivi. La maggior parte ha un’emivita di pochi istanti, mentre il Ru-106 può rimanere radioattivo anche per un anno.
- Da dove viene la radioattività? Se la radiazione provenisse da una bomba o da un incidente ad un reattore nucleare, avremmo livelli insolitamente elevati di una serie di radioisotopi. Tuttavia, è stato individuato solo un picco del Ru-106, il che fa pensare ad un impianto di ritrattamento del combustibile o ad una struttura medica. Secondo il servizio meteorologico russo, la perdita di materiale dovrebbe essere avvenuta vicino ad Argayash, un villaggio nella regione di Chelyabinsk negli Urali meridionali. Il paese sorge vicino all’impianto nucleare di Mayak, un sito di ritrattamento del combustibile nucleare esaurito.
- Vi sono pericoli per la salute? Nonostante siano stati rilevati livelli di rutenio 106 fino a 986 volte la norma, gli esperti di sicurezza nucleare ritengono improbabile che l’incidente costituisca un rischio per la salute o richieda l’evacuazione delle persone che abitano nelle vicinanze.
- Quanto tempo l’isotopo radioattivo resterà nell’ambiente? L’emivita del Ru-106 è di 374 giorni, il che significa che in poco più di un anno metà del materiale sarà decaduto. Tracce saranno ancora rilevabili per cinque o sei anni, ma è improbabile che venga ritenuta necessaria una operazione di bonifica.