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Qualità dell’aria: l’Ue spaventata corre ai ripari

Arrivano dall'OMS le scoperte che legano al PM2,5 l'incidenza di numerose malattie neurologiche che stanno portando l'Ue a rivedere i limiti di legge per le emissioni degli inquinanti

(Rinnovabili.it) – L’aver scoperto nuovi effetti dannosi dell’inquinamento sulla salute umana sta spingendo la Commissione europea a ridimensionare le politiche a favore della qualità dell’aria. Pare infatti da una serie di studi dell’Organizzazione Mondiale sulla Sanità (OMS) che l’esposizione prolungata a particelle di PM2,5 provochi l’arteriosclerosi.

Il documento pubblicato stamane è stato effettuato su richiesta della Commissione europea, nel quadro della revisione 2013 della politica dell’aria, dall’Associazione  intitolato REVIHAAP – “Review of evidence on health aspects of air pollution” che suggerisce lo sviluppo di malattie collegate al sistema neurologico, al danneggiamento delle funzioni cognitive e in grado di provocare il diabete rafforzando anche il collegamento tra PM2,5 e malattie cardiovascolari e respiratorie.

 

Il commissario europeo per l’Ambiente Janez Potočnik, ha dichiarato: “La politica dell’UE sull’aria deve essere basato sulla scienza più recente. È per questo che abbiamo chiesto all’OMS di intraprendere questa ricerca. I collegamenti che sono stati trovati tra inquinamento atmosferico e salute umana rafforzano la necessità di rivedere la nostra politica: sarà un contributo essenziale al 2013 per la revisione della politica della qualità dell’aria. Solo pochi anni fa, in assenza di prove certe, gli standard di inquinamento dell’aria e i regolamenti non sono stati sufficientemente modificati per salvaguardare la salute umana”, ha detto Zsuzsanna Jakab, Direttore Regionale dell’OMS per l’Europa. “Siamo certi che questa nuova conoscenza alla fine porterà a politiche anti inquinamento più severe e di controllo dell’aria per proteggere la salute dei cittadini europei “.

Oltre l’80% degli europei sono esposti a livelli di particolato (PM) superiori a quanto disposto dalle Linee guida di qualità dell’aria dell’OMS risalenti al 2005. Questo, in media, priva ogni cittadino di 8,6 mesi di vita.

La revisione redatta dall’OMS ha inoltre trovato nuove prove associate all’ esposizione a lungo termine all’ozono (O3) collegate alla mortalità respiratoria e ai decessi tra le persone con patologie croniche predisponenti.

 

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