Accolta la richiesta del procuratore generale di prescrivere il reato. Annullati anche i risarcimenti per le vittime dell'amianto
(Rinnovabili.it) – E’ una sentenza choc quella pronunciata dalla Cassazione sul maxi-processo eternit: ieri sera, la Corte ha dichiarato prescritto il reato, annullando senza rinvio la sentenza di condanna per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e anche i risarcimenti per le vittime. La richiesta era stata avvallata proprio dal sostituto procuratore generale spiegando che “non essendo stati contestati gli omicidi, non si può legare il disastro ambientale alle vittime […] il disastro è prescritto per la chiusura degli stabilimenti nell’86 e pertanto la condanna va annullata”. Ma al di là del linguaggio processuale, il significato della sentenza è chiaro: nessuna giustizia per le migliaia di vittime che hanno respirato le polveri letali nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale dal 1966 al 1986.
In primo grado di giudizio i proprietari dell’Eternit il barone belga Louis de Cartier, morto a maggio dello scorso anno, e lo svizzero Schmidheiny erano stati condannati a 16 anni di reclusione e all’interdizione perpetua a contrattare con la pubblica amministrazione per “disastro ambientale doloso permanente” e per “omissione volontaria di cautele antinfortunistiche“; la sentenza li riconosceva colpevoli d’aver continuato a mantenere operative le proprie fabbriche pur sapendo dell’alta tossicità dell’amianto e senza far usare agli operai le necessarie precauzioni per tutelare la loro salute. Oltre al carcere, i giudici condannarono Schmidheiny un risarcimento milionario, destinato ad oltre 3.000 parti civili tra sindacati, comune di Casale Monferrato, regione Piemonte e alle 932 parti lese. Finora, però, la provvisionale a carico del magnate non è stata eseguita e i legali di parte civile temono che il suo patrimonio sia stato trasferito ad altri soggetti.
E all’incredulità e sbigottimento che accompagnano la decisione della Cassazione si aggiungono anche la rabbia e l’indignazione dei familiari delle vittime che a Casale Monferrato, nell’Alessandrino, hanno dichiarato il lutto cittadino. “Dire che tutto questo è prescritto, quando in realtà sappiamo che l’apice non è ancora arrivato e sarà solo tra 15 anni, è una cosa paradossale e assurda, – commenta il responsabile legale dell’Associazione familiari vittime dell’amianto, Paolo Liedholm – che ci fa fare davvero una brutta figura agli occhi del mondo”. “Ma ricominceremo sin da subito a lottare. Per altro so che la Procura di Torino sta già pensando a un Eternit bis; e, se il motivo di questa sentenza è la prescrizione, allora si farà un altro processo in cui questa volta verranno contestati gli omicidi”.