E’ uno dei pilastri del Green Deal. Bene l’attenzione per gli interferenti endocrini, ma resta l’incognita delle lobby dell’industria chimica
La Strategia sulle sostanze chimiche per la sostenibilità è la maggiore riforma del settore dai tempi del REACH
(Rinnovabili.it) – Domani la Commissione renderà finalmente pubblica la Strategia sulle sostanze chimiche per la sostenibilità. Con questo piano l’esecutivo europeo ha l’obiettivo di abbattere di molto i livelli di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo. La chiave è un nuovo regolamento per le sostanze chimiche, che deve definire quali sono considerate dannose, metterle al bando e identificare delle alternative efficaci e sicure.
Questo piano è uno dei pilastri del Green Deal. L’obiettivo “inquinamento zero” per un ambiente privo di sostanze tossiche è teso anche a proteggere la biodiversità e realizzare un’economia climaticamente neutra, efficiente sotto il profilo delle risorse, circolare e competitiva.
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La Strategia sulle sostanze chimiche per la sostenibilità non avrà un iter lineare, visti i tanti interessi che gravitano attorno a questi temi. In più, è la riforma più importante nel settore dall’introduzione del REACH nel 2007 (registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche). Attorno a ogni decisione in materia di REACH da parte di agenzie collegate si è spesso concentrata l’attività delle lobby dell’industria chimica. A rendere più incerto il tutto è anche l’estrema cautela della Germania, che è il principale produttore del continente.
“I prodotti chimici servono a una miriade di scopi, rendono le nostre vite più comode e facili”, ha affermato Virginijus Sinkevičius, commissario europeo per l’Ambiente. “Purtroppo la realtà è che molte sostanze chimiche sono anche pericolose per natura e possono portare a danni irreversibili per l’uomo e per l’ambiente”, ha detto a una conferenza sulle sostanze chimiche organizzata dai Verdi il mese scorso.
Nel 2018, in UE sono state prodotti 222,6 milioni di tonnellate di sostanze chimiche pericolose. Alcune delle quali hanno impatti di vasta portata sull’ambiente e sulla salute, tra cui cancro, malattie cardiovascolari e una ridotta risposta ai vaccini.
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Secondo l’European Environmental Bureau (EEB), rete di oltre 143 organizzazioni di cittadini ambientalisti con sede in oltre 30 paesi, a giudicare da quanto trapelato finora, la Strategia sulle sostanze chimiche per la sostenibilità ha alcuni punti positivi ma anche molte zone d’ombra. Le buone notizie sarebbero gli sforzi per coordinare ogni decisione riguardo sostanze chimiche, oggi spezzettate tra una miriade di enti e agenzie diverse. La tossicità non sarebbe più calcolata su singola sostanza ma anche sui cocktail, che possono avere una pericolosità maggiore. E soprattutto la volontà di regolare finalmente gli interferenti endocrini, pesticidi che possono interferire con il sistema ormonale.
Il lato oscuro della Strategia, invece, riguarda come al solito il ruolo dei lobbisti. Che hanno già messo in campo la rodata strategia di dilazione dei tempi. Chiedono valutazioni di impatto a tappeto, in modo da rallentare tutto il processo decisionale e aver modo di far passare i loro argomenti. Altro punto debole segnalato da EEB è la salute dei lavoratori, capitolo che sarebbe del tutto assente. Infine la possibilità che il piano si traduca in un flusso eccessivo di denaro pubblico verso gli inquinatori. Non realmente utile a supportare una transizione verso la chimica verde.