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Biden cala la maschera e dà l’ok a nuove trivelle in Alaska

Altro che moratoria sulle fossili. Il presidente Biden dà luce verde al progetto che si svilupperà nell’artico americano. Immettendo ogni anno in atmosfera l'equivalente delle emissioni di 76 centrali a carbone

Produzione di gas nazionale: Meloni dice sì a nuove trivelle
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Le nuove trivelle in Alaska produrranno circa 250 mln t CO2e

(Rinnovabili.it) – Almeno 600 milioni di barili greggio estraibili. A un ritmo di picco di 180mila barili di petrolio al giorno. Per una durata di vita utile di 30 anni. Sono i numeri completamente disallineati rispetto a 1,5°C del progetto Willow targato ConocoPhillips. Che ha appena ricevuto l’ok dalla Casa Bianca. Una mossa che riapre la porta alle trivelle in Alaska.

Biden, dietrofront sulle trivelle in Alaska

L’esatto opposto di quello che Biden aveva promesso in campagna elettorale. Allora, il candidato presidente vagheggiava una moratoria su tutti i progetti fossili che riguardavano nuovi giacimenti su terreno federale. Moratoria che ha effettivamente annunciato appena diventato Potus. Ma che è stata impugnata e fatta a pezzi in tribunale.

La marcia indietro si compie oggi con l’ok al progetto di Conoco, uno dei siti estrattivi più vasti situati su terreno federale. Il dipartimento dell’Interno ha messo il timbro sulla valutazione d’impatto ambientale. Chiedendo una riduzione di scala del progetto, ma senza scartarlo. Una decisione particolare. Tanto più che il progetto Willow è stato al centro di un contenzioso tra la major petrolifera e Washington per la possibilità di tornare a installare trivelle in Alaska.

Una bomba di carbonio

Uno dei punti più critici – e criticati dopo la luce verde al progetto – è che sorgerà sul più vasto dei tratti di territorio indisturbati del paese. Questa regione è un habitat essenziale per orsi polari, uccelli migratori, caribù e altre specie. Ma Willow è anche un’enorme “bomba di carbonio”. Se completamente estratti e combusti, tutto il greggio e il gas contenuto genererebbe circa 260 Mt CO2.

Non solo. Il progetto prevede anche l’uso di enormi refrigeratori per tenere a galla il terreno: il permafrost si sta sciogliendo e minaccerebbe l’integrità delle infrastrutture. Infrastrutture che sarebbero, da progetto approvato, almeno 219 pozzi, 430 km di pipeline e altri 50 km di strada.

“Questo sarebbe il più grande progetto di trivellazione petrolifera proposto negli Stati Uniti e non è assolutamente in linea con gli obiettivi dell’amministrazione Biden di ridurre l’inquinamento climatico e di passare all’energia pulita”, spiega l’avvocato di Earthjustice, Jeremy Lieb. “Biden sarà ricordato per ciò che ha fatto per affrontare la crisi climatica e, allo stato attuale delle cose, non è troppo tardi per fare un passo avanti e staccare la spina a questa bomba di carbonio”.