Rinnovabili • Trasporto marittimo UE Rinnovabili • Trasporto marittimo UE

Trasporto marittimo UE, i primi passi di Strasburgo per inserirlo nell’ETS

La commissione Ambiente dell'Europarlamento è pronta a votare una cruciale modifica alla proposta di revisione del Regolamento MRV. Obiettivo? Inserire le emissioni navali nel mercato del carbonio.

Nel corso del 2018, il trasporto marittimo UE ha emesso il 3,7% delle emissioni totali dell’eurozona

(Rinnovabili.it) – I membri della Commissione per l’ambiente (ENVI) del Parlamento Europeo saranno chiamati a votare questa settimana un pacchetto di emendamenti volti, tra le altre cose, ad includere il trasporto marittimo UE nel sistema di scambio emissioni comunitario(ETS). Secondo le fonti di Euractiv, i gruppi politici PPE, S&D, Renew Europe e Verdi sarebbero pronti a supportare in maniera quasi unanime l’introduzione del settore nel mercato del carbonio. E se tali modifiche dovessero passare anche in plenaria, la posizione di dell’Europarlamento avrebbe un peso considerevole nel prossimo trilogo.

Nel corso del 2018, il trasporto marittimo UE ha emesso il 3,7% delle emissioni totali di anidride carbonica (pari a circa 138 milioni di tonnellate), ma si tratta di numeri destinati a crescere. L’impronta di carbonio del comparto è disciplinata dal Regolamento MRV, concernente il monitoraggio, la comunicazione e la verifica della CO2 generata da navi e imbarcazioni. Attualmente, questo provvedimento è in fase di aggiornamento. A febbraio 2019, infatti, la Commissione europea ha adottato una proposta di revisione al fine di allineare le proprie norme con il sistema globale di raccolta dati su consumi di carburante marittimo, introdotto l’anno prima dall’IMO. E, da prassi, ha presentato il suo progetto ai parlamentari dell’ENVI e ai ventisette ministri del Consiglio “Ambiente”.

Leggi anche Trasporto marittimo, più inquina e più guadagna

Trasporto marittimo UE, il voto in commissione Ambiente

Il progetto di relazione, prossimo al voto e prodotto dall’eurodeputata Jutta Paulus (Verdi / ALE, Germania), introduce l’obbligo per le imprese di ridurre le emissioni medie del 40% ogni anno entro il 2030. Ma, soprattutto, apre le porte del mercato del carbonio, chiedendo che la Commissione imponga sanzioni finanziarie “efficaci, proporzionate e dissuasive” in linea con l’ETS per tutte le società di trasporto via mare che non rispetteranno i propri obiettivi.

Tuttavia, il PPE e il gruppo conservatore ECR non sono pienamente d’accordo con l’idea di fissare immediatamente i prezzi delle emissioni marittime, e pare insisteranno affinché l’esecutivo UE esegua prima un’approfondita valutazione d’impatto. La Commissione è apparentemente a favore dell’estensione del mercato del carbonio al trasporto marittimo UE, soprattutto perché potrebbe contribuire ad alimentare gli sforzi di rimborso del debito nei prossimi decenni.

Leggi anche Combustibili marittimi: i rischi delle nuove regole IMO

Inoltre, parte del motivo per imporre un obiettivo di efficienza e prezzi del carbonio è quello di stimolare gli investimenti in navi più pulite e orientare il settore verso una maggiore sostenibilità. Da questo punto di vista, il rapporto Paulus suggerisce l’istituzione di un “fondo oceanico” che aiuterebbe gli spedizionieri a investire in nuove tecnologie pulite e stimolerebbe la produzione di carburanti alternativi e la creazione di porti verdi.

Il finanziamento di nuove tecnologie probabilmente si adatterà perfettamente alla strategia sull’idrogeno della Commissione, che dovrebbe essere pubblicata questo mercoledì (8 luglio). L’applicazione dell’idrogeno nelle spedizioni marittime, però, è stata a lungo messa in discussione, data la densità di energia superiore rispetto alla batteria elettrica e la possibilità di usare l’ammoniaca per i carburanti, che occuperebbe meno spazio nelle stive.