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Transizione dalle fossili, gli azionisti di Shell portano la major in tribunale

L’ong ClientEarth, insieme a diversi investitori istituzionali, fa causa al board della compagnia olandese per “non aver gestito i rischi materiali e prevedibili posti all'azienda dal cambiamento climatico”. È la prima causa al mondo intentata dagli azionisti stessi contro una major

Transizione dalle fossili: Shell di nuovo in tribunale
Foto di Jethro Carullo su Unsplash

Il piano di transizione dalle fossili della compagnia taglia i gas serra solo del 5% entro il 2030

(Rinnovabili.it) – I piani di Shell per la transizione dalle fossili sono “irragionevoli”. Chi dirige la compagnia ha l’obbligo legale, di fronte agli azionisti, di gestire il rischio e assicurare che gli investimenti non siano a rischio, anche nel lungo termine. Ma la major olandese non prende sul serio “il rischio più grande di tutti”, la crisi climatica. Per questo le azioni del suo board sono “illegali” e vanno denunciate.

È il ragionamento con cui ClientEarth sta portando in tribunale gli 11 direttori di Shell nella prima causa derivata verso una major petrolifera. La causa derivata è una causa intentata dagli azionisti -ClientEarth detiene un pacchetto di azioni- per conto della società stessa. Proprio sulla base del fatto che quest’ultima non tutela i propri interessi legali. In questo caso, secondo l’ong, Shell non ha “gestito i rischi materiali e prevedibili posti all’azienda dal cambiamento climatico”.

“Per garantire che l’azienda rimanga competitiva nei mercati energetici del futuro, dato che i Paesi e i clienti di tutto il mondo scelgono un’energia più economica e pulita, Shell deve abbandonare i combustibili fossili per adottare un modello commerciale alternativo”, spiega ClientEarth in una nota. La causa portata davanti all’Alta Corte dell’Inghilterra e del Galles è appoggiata anche da numerosi investitori istituzionali.

Il piano di transizione dalle fossili taglia solo il 5% delle emissioni al 2030

Cosa non quadra nei piani di transizione dalle fossili di Shell? C’è un obiettivo di dimezzare le emissioni entro il 2030. Ma copre solo il 10% delle emissioni totali della compagnia. Contando anche le emissioni Scope 3, il calo realisticamente sarebbe di appena il 5%. Un dato che cozza contro l’obbligo legale, stabilito nel 2021 da una corte olandese nel primo grande processo di giustizia climatica finito con la vittoria degli attivisti, per cui Shell deve tagliare almeno del 45% i suoi gas serra entro fine decennio.