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Taglio emissioni 2030: Italia pronta ad alzare il tiro al 50-55%

Il Ministro all’ambiente Sergio Costa annuncia un ritocco al target climatico, appena lo studio dell'Unione europea sarà depositato

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Consiglio dei ministri dell’Ambiente del 19/12/19. Copyright: Unione Europea

Per il nuovo target di taglio emissioni 2030 si dovrà attendere la fine dell’anno

(Rinnovabili.it) – Il PNIEC italiano, il documento richiesto dalla UE e contenente gli obiettivi nazionali su energia e clima 2030, impegna il Belpaese su un preciso obiettivo di taglio emissioni. Il Piano fa riferimento ad una riduzione “complessiva” (nel senso di “comunitaria”) dei gas a effetto serra del 40%, rispetto ai livelli del 1990, entro la fine del decennio. A questo target, l’Italia partecipa concretamente con un meno 33% nelle emissioni di CO2 per tutti i settori che non rientrano nel mercato del carbonio europeo.

Ma i conti sono apparsi troppo deboli e l’UE si è decisa a rivedere al rialzo i numeri del taglio emissioni 2030. Un nuovo indirizzo che ha trovato fin da subito l’appoggio del governo italiano. A ricordarlo è oggi il ministro all’Ambiente Sergio Costa. Ieri, nel corso del Question Time al Senato, Costa è entrato nel merito del Piano clima energia nazionale e degli impegni presi.

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“Abbiamo depositato – come la norma prevede – al 31 dicembre il Piano nazionale energia e clima con il taglio previsto al 40%”, ha affermato il ministro rispondendo a un’interrogazione sugli sforzi del governo nella lotta all’inquinamento. “Tuttavia abbiamo già stabilito nel Consiglio dei Ministri dell’ambiente UE che, non appena in tutta la geografia dell’Unione europea verrà depositata la previsione sullo studio di impatto del commissario Sinkevičius a settembre di quest’anno, entro la fine dell’anno dovremo avere l’individuazione del cosiddetto target di riferimento, all’interno di una forbice che, ad oggi, prevede un taglio tra il 50 e il 55% delle emissioni di gas climalteranti”.

È chiaro che – ha aggiunto Costa – una volta che sarà stabilito questo dato, tutti i Paesi dell’Unione europea dovranno rivedere i propri PNIEC, compresa l’Italia”. Il Belpaese, ci tiene a sottolineare il ministro, ha ha assunto la posizione di leadership in questo contesto, in quanto primo firmatario “della lettera a Timmermans che chiede di fare presto, di avere i dati entro settembre e il nuovo target entro la fine dell’anno. Questo è il percorso che stiamo facendo”.

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