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Vertice sul clima di Glasgow, 100 paesi dicono stop deforestazione entro il 2030

I paesi firmatari rappresentano l’85% delle foreste mondiali: ci sono anche Brasile, Congo e Indonesia, dove si concentrano le maggiori foreste pluviali del pianeta

stop deforestazione
Foto di Pexels da Pixabay

Anche l’Italia firma l’accordo per stop deforestazione

(Rinnovabili.it) – Glasgow batte un colpo sul disboscamento selvaggio e il degrado degli ecosistemi forestali in tutto il mondo. Il vertice sul clima in Scozia produce il suo primo, importante accordo: più di 100 paesi dicono stop deforestazione entro il 2030. Ancor più significativo perché c’è la firma di Brasile, Congo, Indonesia, Cina, Canada, Russia: quegli Stati dove si concentrano le foreste più preziose del pianeta.

Dire stop deforestazione significa affrontare uno dei capitoli più importanti nella lotta al cambiamento climatico. Il degrado delle foreste e il cambio di destinazione d’uso dei suoli, trainato da agricoltura e allevamento, sono responsabili del 25% delle emissioni globali: in pratica, tanto quanto il primo inquinatore mondiale, la Cina. E la sola Amazzonia, ormai diventata un emettitore netto (produce più CO2 di quanta ne assorbe), se fosse un paese sarebbe al 9° posto nella classifica di chi emette più gas serra al mondo.

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I 105 firmatari (Italia inclusa) rappresentano l’85% delle foreste mondiali e si impegnano a conservarle e ripristinarle. Come? Lo stop deforestazione si appoggia a un pacchetto di quasi 20 miliardi di dollari tra fondi pubblici e finanziamenti privati. Ma c’è dell’altro. C’è l’impegno a integrare il rispetto di questi ecosistemi sia nelle politiche di sviluppo che nei trattati commerciali internazionali. Un punto, quest’ultimo, che ci riguarda molto da vicino: l’Europa sta contrattando un grande accordo con l’area Mercosur, in America del Sud, finora bloccato proprio perché rischia di mettere il turbo al logging.

E ancora: i firmatari si impegnano a rispettare i diritti dei popoli indigeni e a lavorare insieme alle comunità locali e a ridisegnare le loro politiche agricole in modo da renderle sostenibili. Ottime premesse. Il problema, semmai, è rispettare questi impegni. Perché non è la prima volta che sulla scena internazionale appare un accordo su stop deforestazione. L’ultimo è la Dichiarazione sulle foreste di New York, porta la data del 2014 ed è rimasto lettera morta. (lm)

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