Nel fine settimana si è tenuta la manifestazione globale per abbandonare gas, petrolio e carbone a pochi giorni dal Climate Ambition Summit dell’ONU. Mentre l’ambizione latita e le prospettive per un buon accordo alla Cop28 si indeboliscono, 43 Ong europee chiedono a Bruxelles di fissare il phase out delle fossili nel 2035
In concomitanza con la Global Fight To End Fossil Fuels
(Rinnovabili.it) – Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il mondo nel fine settimana per dire stop ai combustibili fossili. Oltre 650 eventi in centinaia di città per chiedere il phase out di gas, petrolio e carbone. È l’appello della Global Fight To End Fossil Fuels che arriva a ridosso del Climate Ambition Summit, il vertice indetto dall’ONU che si svolge questa settimana, in concomitanza con l’assemblea generale delle Nazioni Unite, e ha l’obiettivo di catalizzare l’azione climatica per tirare la volata alla Cop28 di Dubai. Le aspettative però sono molto basse: a New York non si farà vedere nemmeno il padrone di casa Joe Biden.
Una tre giorni di protesta globale per invitare le nazioni “a rinnovare e rafforzare i propri impegni per un’eliminazione rapida, giusta ed equa dei combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili sostenibili” approfittando del vertice ONU. E per denunciare l’industria dei combustibili fossili “che ha realizzato profitti osceni a scapito della popolazione mondiale, della biodiversità e di un clima sicuro e vivibile”.
Sussidi eterni e nuovi giacimenti
Ancora una volta, la richiesta dei movimenti per il clima di tutto il mondo è che il primo passo degli stati sia l’abolizione dei sussidi fossili e lo stop a nuovi progetti di estrazione di idrocarburi. Due fronti da cui arrivano solo pessime notizie. Nel 2022, i sussidi impliciti ed espliciti alle fossili hanno sfondato quota 7mila mld $, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale. L’ammontare totale è pari al 7% del PIL globale, cioè quasi il doppio di quanto spendiamo per l’educazione. E anche i paesi che avevano promesso di cancellarli stanno facendo finta di nulla: solo l’Italia dall’inizio del 2023 ne ha elargiti per 1,2 miliardi.
Mentre l’espansione delle fossili non si ferma, spinta dalla retorica dell’industria che quest’anno domina, letteralmente, la presidenza della Cop28. Secondo un’analisi della Ong tedesca Urgewald, il 96% delle compagnie fossili oggi ha ancora piani di sviluppo ed espansione.
In Europa lo stop combustibili fossili è necessario già dal 2035
Sul versante europeo, 43 Ong chiedono lo stop ai combustibili fossili entro il 2035 e presentano un piano in 10 punti per realizzare questo obiettivo. “Abbiamo urgentemente bisogno che il prossimo Commissario per il Clima stabilisca obiettivi ambiziosi per il clima e l’energia dell’UE per il 2040, con un obiettivo intermedio cruciale per il 2035 per eliminare gradualmente il gas fossile e liberare l’Europa dalla tripla minaccia che il lock-in del gas fossile pone: la crisi climatica. , dipendenza dai combustibili fossili e povertà energetica”, spiega Esther Bollendorff di Climate Action Network Europe.