Piantare un elevato numero di alberi per mitigare i cambiamenti climatici non è sempre la migliore strategia. Lo dimostra un nuovo studio in Scozia
Studiato lo stoccaggio di carbonio nella biomassa delle nuove piante
(Rinnovabili.it) – Piantare nuovi alberi è una delle strategie messe in campo per mitigare i cambiamenti climatici e le emissioni di CO2. Dalla One Trillion Trees Initiative, piattaforma che vuole favorire la collaborazione tra Stati e aziende con l’obiettivo di piantare mille miliardi di nuove piante in tutto il mondo, al Bonn Challenge, per il ripristino di 350 milioni di ettari di foreste entro il 2030, l’idea è sempre la stessa: gli alberi sono alleati preziosi per la lotta ai gas serra.
Ora una ricerca dell’Università di Stirling, in collaborazione con il James Hutton Institute, ha analizzato quattro siti sperimentali scozzesi in cui sono stati piantati, negli anni Ottanta sulla brughiera di erica, alberi di betulla. Come spiega l’autrice principale, Nina Friggens della Stirling: ”il nostro studio ha valutato se piantare alberi autoctoni nelle brughiere di erica, che stoccano grandi riserve di carbonio nel suolo, avrebbe portato a un sequestro netto di CO2 […] Abbiamo scoperto che per un periodo di 39 anni non è stato così”. Il motivo? Qualsiasi aumento di stoccaggio del carbonio nella biomassa degli alberi viene compensato dalla perdita di quello immagazzinato nel suolo.
Attraverso la misurazione, a intervalli regolari dal 2017 al 2018, della quantità di CO2 rilasciata dal suolo nell’atmosfera, l’analisi degli alberi e di campioni di terreno, lo studio ha registrato infatti una riduzione del 58% negli stock di carbonio organico del suolo. “Piantare alberi – continua Friggens – ha accelerato il tasso di crescita di quegli organismi presenti nel terreno che lavorano per decomporre la materia organica e che a loro volta rilasciano anidride carbonica in atmosfera”.
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Il declino della quantità di CO2 stoccata nel terreno non è stato compensato dal carbonio sequestrato dagli alberi in crescita e non vi è nemmeno stato alcun aumento complessivo delle riserve di tale elemento nell’ecosistema. Questa scoperta mina alla base le politiche governative legate a strategie naturali per cattura e stoccaggio del carbonio in molte aree del pianeta, dalla Scozia alle vaste aree vicine ai margini settentrionali delle foreste boreali e della tundra artica meridionale, del Nord America e dell’Eurasia. Conclude Friggens, “piantare alberi non è sempre la strategia migliore”, è fondamentale “capire dove questo approccio sia implementabile al fine di ottenere i massimi guadagni per ciò che concerne la mitigazione del clima […] Le alterazioni nello stoccaggio del carbonio – sia sopra che sotto terra – devono essere quantificate al meglio e comprese prima di poter esser certi che si otterranno i risultati sperati con la piantumazione di alberi su larga scala”.
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