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Siti Unesco in pericolo: anche i cittadini di Venezia chiedono che sia inserita nella black-list

Le bellezze storiche e culturali di Venezia sono a rischio, a minacciarle sono il cambimento climatico, il flusso incontrollato di turisti e la mancanza di una pianificazione urbana attenta al contesto. Riuscirà La Serenissima a sfuggire alla lista dei Siti Unesco in pericolo?

Siti Unesco in pericolo
Foto di canmandawe su Unsplash

Dal 10 al 25 settembre si svolge la 45a sessione estesa del Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco

(Rinnovabili.it) – Si è aperta a Riyad la 45esima Sessione Estesa del Comitato World Heritage UNESCO che, oltre a prendere in considerazione le nuove candidatura provenienti da ogni parte del globo, esaminerà lo stato di conservazione di 260 siti già iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale. I riflettori sono inevitabilmente puntati su Venezia, che rischia di essere inserita nella lista dei Siti Unesco in pericolo.

Sfuggita alla black-list per un soffio già lo scorso anno, La Serenissima sarebbe in serio pericolo a causa della scarsa attenzione riservata dal nostro Paese alla sua conservazione. L’allarme è stato lanciato dalla stessa agenzia ONU, che ha proposto di inserire la città nella World Heritage in Danger, i Siti Unesco in pericolo, per proteggere la Laguna dall’impatto del cambiamento climatico e dall’afflusso incontrollato dei turisti.

La petizione dei veneziani per inserire la città tra i Siti Unesco in pericolo

I primi ad essere preoccupati della condizione in cui versa Venezia, sono i suoi cittadini che, attraverso la piattaforma Change.org, hanno lanciato una petizione (Lettera all’Unesco per inserire Venezia nella lista del patrimonio mondiale a rischio) per intervenire prima che sia troppo tardi.

Ogni anno la città viene letteralmente assediata da oltre 100mila turisti con picchi che addirittura raddoppiano durante il carnevale. L’accesso alla Laguna vietato alle grandi navi da crociera in seguito al primo richiamo UNESCO, ha solo contenuto il problema di quella che la petizione definisce “monocultura turistica”. E per la prima volta i posti letto a disposizione per i turisti hanno superato il numero degli abitati.

Ogni anno mille abitanti lasciano la città lagunare. Lo stress del trasporto pubblico non garantisce più un normale spostamento per chi vive in questa città. Non ci sono servizi sufficienti per mantenere decorosa la città per l’enorme massa di rifiuti che i turisti generano. Non c’e ancora una regolamentazione delle affittanze turistiche che stanno erodendo tutto il tessuto abitativo della città. Nulla è stato fatto per la gestione dei flussi turistici”, si legge nella lettera indirizzata alla Direttrice Generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay. A peggiorare la situazione c’è poi l’innalzamento del livello del mare che trasforma il problema dell’acqua alta in una vera emergenza.

55 nuove candidature e 6 siti a rischio

Insieme a Venezia sotto osservazione ci potrebbero essere altri siti potenzialmente a rischio black-list tra i quali Odessa, già inseriti a gennaio tra le città a rischio, Kiev e Lviv, la cui situazione verrà discussa in questi giorni a Riad.

Il Comitato discuterà anche sullo stato di conservazione di 260 siti iscritti nel World Heritage, esaminando ben 50 nuova candidature tra le quali il sito italiano “Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale”, composto da sette aree distribuite tra le province si Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna.