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Nuovo rapporto IPCC: scienza e politica litigano sul destino delle fossili

Il picco del carbonio non oltre il 2025. Dimezzare le emissioni globali al 2030. Sulle fossili, la scienza dice che dobbiamo smettere di produrle, ma la politica “lima” il messaggio per arrivare solo a suggerire di “abbandonarle rapidamente”. Sono i messaggi al centro del nuovo rapporto dell’IPCC sulle misure di mitigazione del climate change (AR6 WG3)

crediti: IPCC

Presentato il terzo e ultimo capitolo del rapporto IPCC (AR6)

(Rinnovabili.it) – Non c’è più tempo. Per salvare il Pianeta le emissioni climalteranti devono iniziare a scendere non più tardi del 2025. Fra appena 3 anni. E in questo decennio i gas serra devono dimezzarsi. In teoria ce la possiamo fare: abbiamo gli strumenti adatti e le tecnologie che ci servono. Ma le promesse attuali vanno in tutt’altra direzione: +14% entro il 2030. E anche le nostre azioni, su tutte l’espansione delle fonti fossili. Stiamo fallendo, detto in poche parole. E’ il messaggio centrale del nuovo rapporto IPCC sulle misure di mitigazione del cambiamento climatico (AR6 WG3) presentato oggi.

Nell’ultimo decennio le emissioni di gas serra sono arrivate al massimo storico, con una crescita che ha rallentato – si è quasi dimezzata – ma non si è invertita. Se continuiamo sulla strada segnata dagli impegni sul clima presi fino al 2020, il mondo si scalderà di 3,2 gradi. D’altronde, ricorda il segretario generale Onu Guterres presentando il rapporto, la strada percorsa finora dagli Stati è “una litania di promesse climatiche infrante”.

“Negli scenari che abbiamo valutato, limitare il riscaldamento a circa 1,5°C richiede che le emissioni globali di gas serra raggiungano il massimo prima del 2025 al più tardi, e siano ridotte del 43% entro il 2030”, ha spiegato Jim Skea, co-chair dell’IPCC. “Allo stesso tempo, anche il metano dovrebbe essere ridotto di circa un terzo”. Anche se rispettiamo questi obiettivi, però, è quasi inevitabile che supereremo temporaneamente questa soglia di temperatura, ma potremmo tornare sotto di essa entro la fine del secolo”.

Rapporto IPCC, le misure di mitigazione settore per settore

In ogni settore ci sono opzioni possibili per abbattere le emissioni del livello richiesto dagli 1,5°C, sostiene il rapporto IPCC che presenta tutte le misure di mitigazione più efficaci.

Energia – Sarà necessaria una riduzione sostanziale dell’uso dei combustibili fossili, sostiene il report del 3° Working Group. Questo punto è stato così dibattuto da far slittare la presentazione del rapporto. I negoziati tra gli scienziati del clima e i rappresentanti dei 195 paesi IPCC per limare il sommario per i politici hanno sforato di 2 giorni, concludendosi domenica notte. La versione originaria del rapporto spiegava che la priorità è abbandonare rapidamente le fossili invece di puntare su soluzioni ancora acerbe come la cattura diretta dall’aria di CO2. Fumo negli occhi per chi, sulle fossili, basa il suo budget. A forza di limare, le raccomandazioni definitive si limitano a chiedere tagli sostanziali. Ma la scienza su questo punto è chiara: dobbiamo pianificare il phase out al più presto. Furioso Guterres: “gli interessi acquisiti” dei gruppi industriali e delle lobby frena l’azione climatica e sta condannando il pianeta.

Comportamenti – Cambiare le nostre abitudini e gli stili di vita vale tantissimo: dal 40 al 70% di emissioni in meno entro il 2050. Servono però le giuste politiche, le infrastrutture e la tecnologia per rendere possibile questi cambiamenti. Di che misure stiamo parlando? Tra le 60 analizzate dal rapporto IPCC, le più efficaci sono spegnere l’auto e andare a piedi o in bicicletta. Poi scegliere auto elettriche e ridurre i viaggi in aereo. Quindi il capitolo efficienza energetica domestica.

Aree urbane – Essenziale migliorare la pianificazione urbana. Ma anche puntare sulla produzione e il consumo sostenibili di beni e servizi. L’elettrificazione, come nel caso del settore energetico, è un punto chiave. Ma le città devono fare anche attenzione a migliorare la capacità di assorbimento e stoccaggio di alberi, stagni e spazi verdi.

Edifici – Gli interventi sullo stock immobiliare considerati necessari dal Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici riguardano soprattutto l’efficientamento energetico. Retrofit negli edifici esistenti (puntando anche in questo caso alla neutralità di carbonio), applicare nuove misure di mitigazione in quelli in costruzione, e soprattutto iniziare subito: questo decennio è essenziale per ottenere abbastanza risultati in vista del 2050.

Industria – Ridurre l’uso di materiali, così come quello di energia. Attraverso il riuso di materia, rendere i prodotti davvero riciclabili, e riducendo sprechi e rifiuti. Per i settori più energivori – acciaio, cemento, chimica – occorre puntare su metodi low-carbon di produzione, oggi in fase nascente (come l’idrogeno). “Questo settore rappresenta circa un quarto delle emissioni globali. Raggiungere net-zero sarà impegnativo e richiederà nuovi processi di produzione, elettricità a basse e zero emissioni, idrogeno e, se necessario, la cattura e lo stoccaggio del carbonio”, scrivono gli autori del rapporto IPCC.

Uso del suolo – Su questo fronte, gli scienziati del clima avvertono: sbagliato puntare sulle compensazioni di CO2 e ritardare i tagli alle emissioni altrove. Attenzione anche a gestire la competizione tra settori e usi differenti.

Investimenti – Oggi il volume di investimenti è da 3 a 6 volte più basso di quello che servirebbe per realizzare i cambiamenti descritti in tutti questi settori entro il 2030. Ma questo gap si può chiudere già oggi: c’è abbastanza liquidità disponibile.

Leggi qui il rapporto integrale (in inglese)

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