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350 ong contro il “fossile” Sultan al-Jaber, presidente della Cop28

In una lettera al segretario generale Onu Antonio Guterres, oltre 350 ong da tutto il mondo denunciano la scelta degli Emirati di far guidare i negoziati al capo dell’Adnoc, la 12° compagnia petrolifera più grande del mondo

Presidente della Cop28: fuori l’oil&gas dai negoziati sul clima
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Questo presidente della Cop28 “minaccia la legittimità e l’efficacia” del summit di dicembre

(Rinnovabili.it) – Mettere il capo dell’Adnoc, la compagnia petrolifera degli Emirati, a fare il presidente della Cop28? È una decisione che “minaccia la legittimità e l’efficacia” del prossimo summit sul clima, che si terrà a dicembre a Dubai. Se vogliamo avere qualche speranza di frenare la crisi climatica ogni Cop deve essere “libera dall’influenza inquinante dell’industria delle fossili”.

350 ong contro Sultan al-Jaber

È il messaggio che più di 350 ong da ogni angolo del globo hanno recapitato il 26 gennaio al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Due settimane prima, gli Emirati avevano annunciato che la nuova tornata di diplomazia climatica sarebbe stata guidata da Sultan al-Jaber. Una figura che ha una profonda conoscenza delle dinamiche dei negoziati sul clima avendo partecipato a una decina di Cop nella delegazione emiratina nel ruolo di inviato per il clima.

Ma che è anche il numero uno della compagnia fossile di bandiera. Un’azienda che ha l’obiettivo di espandere del 25% la capacità produttiva entro il 2030 arrivando a 5 milioni di barili al giorno. Nonostante i moniti dell’Ipcc sulla necessità di non sviluppare nuovi giacimenti fossili per tenere gli 1,5°C a portata di mano. E già oggi è la 12° compagnia petrolifera più grande al mondo.

Le credenziali del presidente della Cop28

È proprio questo ruolo, oltre alle opinioni chiaramente a favore dell’espansione dell’industria fossile e di più investimenti nell’oil&gas, che creano un problema gigantesco secondo i firmatari della lettera. L’Adnoc, ricorda la missiva, “si colloca al 14° posto nell’elenco delle società maggiormente responsabili delle emissioni di carbonio” e addirittura “al secondo posto in un’analisi globale dei piani di espansione delle società di combustibili fossili, diventando una delle società di combustibili fossili in più rapida crescita in base all’approvazione di progetti e costruzioni di nuovi giacimenti e pozzi”.

Il presidente della Cop28, come di qualsiasi altra Cop, sottolineano le associazioni, dev’essere “libero e indipendente dall’influenza delle fossili”. Ma per rendere davvero efficace la diplomazia del clima e ottenere finalmente una data per il phase out dei combustibili fossili -la principale causa della crisi climatica, ma sistematicamente “dimenticati” dalle Cop- serve ben altro.

Le associazioni lo riassumono in 4 richieste a Guterres. I grandi inquinatori non possono scrivere le regole, e per evitarlo l’Unfccc (la Convenzione quadro sul cambiamento climatico dell’Onu) deve mettere in piedi un sistema di screening contro i conflitti di interessi. Le Cop e le altre tappe dei negoziati sul clima non devono essere sponsorizzate dai grandi inquinatori. La società civile dev’essere coinvolta di più. Infine, “è tempo di costruire un nuovo modo di vivere e collaborare che funzioni per le persone, non per gli inquinatori, e che ripristini la natura anziché distruggerla”. Serve, cioè, il coraggio di prendere decisioni più radicali.