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Ue, arrivano target vincolanti per espandere i pozzi di carbonio naturali

Con l’ok dei due co-legislatori UE a questo provvedimento, che fa parte del pacchetto legislativo Fit for 55, il target di riduzione di gas serra dell’Europa entro il 2030 sale di due punti percentuali a -57%

Pozzi di carbonio: Ue, +15% entro il 2030 e target obbligatori
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Nella notte l’accordo sui pozzi di carbonio a Bruxelles

(Rinnovabili.it) – In 7 anni l’Europa espanderà i suoi pozzi di carbonio naturali del 15% rispetto ai vecchi obiettivi. Portando la capacità totale di assorbire e stoccare CO2 a 310 Mt CO2e (milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente). Più di un decimo di questa capacità dovrà essere in Italia, la cui quota è di 35,76 Mt. È l’accordo raggiunto nella notte da Parlamento e Consiglio dell’Ue.

Un passaggio importante anche al di là dell’impatto sui pozzi di carbonio. L’ok dei due co-legislatori europei, infatti, mette un tassello decisivo nel pacchetto Fit for 55. E di fatto permette di portare la riduzione di emissioni di gas serra dell’Ue da -55% – il target originalmente proposto a luglio 2021 – a -57%. Due punti percentuali in più, da raggiungere entro il 2030 e rispetto ai livelli emissivi del 1990, che riflettono le misure per sganciare l’Europa dalla dipendenza dal gas russo.

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Cosa cambia per i Ventisette? Il nuovo accordo prevede una strategia in due tempi. Fino al 2025 la riduzione è lineare e continua a valere la “no debit rule” per cui le emissioni non devono superare le rimozioni di CO2. Dal 2026 in poi le rimozioni dovranno superare le emissioni di una quantità fissa prestabilita e vincolante, che varia da paese a paese.

Ci sono poi, come di consueto, delle regole che assicurano flessibilità ai Ventisette. In particolare, saranno tollerati scarti rispetto alla traiettoria preventivata per i paesi che dovessero essere colpiti da incendi, epidemie di parassiti, o dall’effetto del climate change sulla variazione nelle emissioni dei suoli.

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I pozzi di carbonio dell’UE “sono diminuiti negli ultimi dieci anni”, ma con l’accordo di ieri sarà possibile “garantire che il settore fondiario faccia la sua parte nell’affrontare la crisi climatica”, afferma il rapporteur del provvedimento Ville Niinistö dei Greens/EFA.