Per 52 europei su 100, Bruxelles dovrebbe continuare a spingere sull’acceleratore della transizione. Le politiche di contrasto al cambiamento climatico sono indicate come la priorità politica per la prossima Commissione dalla maggioranza assoluta degli elettori. Anche nei paesi dove i cittadini sono meno sensibili al tema, tra chi lo ritiene prioritario e chi pensa sia un capitolo importante si arriva oltre il 50%
I risultati di un sondaggio Ipsos su oltre 29mila cittadini di 18 paesi UE
(Rinnovabili.it) – La Commissione UE che uscirà dalle elezioni di giugno darà probabilmente meno importanza alle politiche per il clima. Anche se a guidarla dovesse essere la stessa Ursula von der Leyen, artefice del Green Deal e candidata ufficiale del PPE. Proprio il PPE nell’ultimo anno ha cercato di smantellare alcuni pezzi chiave del progetto politico di transizione dell’Europa. Intanto, in molti paesi crescono nei sondaggi partiti che danno poco peso all’ambiente e al clima nei loro programmi, quando non remano direttamente contro. Ma cosa pensano veramente gli europei delle politiche climatiche oggi?
A dispetto di quel che si potrebbe immaginare, il clima è ancora una priorità assoluta per più di metà degli elettori dei Ventisette. La pensa così il 52% degli intervistati da un sondaggio paneuropeo condotto da Ipsos per Euronews, che ha sentito oltre 29mila cittadini europei provenienti da 18 paesi UE, che insieme rappresentano il 96% della popolazione del continente.
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Un sondaggio interessante da tanti punti di vista. Prendiamo il caso della Svezia. Stoccolma ha appena votato contro la Legge sul Ripristino della Natura, contribuendo – insieme all’Italia – ad affossare questo pilastro del Green Deal. Eppure il paese scandinavo è al terzo posto tra quelli dove è più diffusa l’idea che la lotta contro il cambiamento climatico sia una priorità. A sostenerlo è il 62% degli svedesi, mentre un altro 26% ritiene che sia importante ma non prioritario. Su percentuali simili si attestano anche Danimarca (69% priorità, 23% importante) e Portogallo (67% e 28%).
Secondo punto: anche nei paesi dove c’è meno supporto per le politiche climatiche, almeno 1/3 degli elettori le considera una priorità. Succede in Polonia, Repubblica Ceca e Finlandia, tutte e tre ferme intorno al 34%. E a Praga e Helsinki almeno il 25% degli intervistati ritiene che il contrasto al climate change sia importante, portando così la quota di elettori sensibili al tema oltre il 50%. Solo in Polonia manca questa maggioranza assoluta: il 35% dei polacchi ritiene che si tratti di una questione secondaria.
Terzo punto importante che emerge dal sondaggio: l’età non conta. Se pensate – magari sull’onda delle proteste per il clima, animate soprattutto da movimenti “giovani” – che le politiche climatiche interessino solo o soprattutto alle fasce d’età più basse, vi sbagliate. In ogni fascia d’età considerata dal sondaggio, infatti, circa metà della popolazione ritiene che il contrasto al climate change sia una priorità e circa 1/3 pensa che sia un tema importante.
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