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Il tribunale di Berlino boccia la politica climatica della Germania

Deutsche Umwelthilfe e BUND, due associazioni ambientaliste tedesche, hanno vinto la causa contro il governo per i ritardi nei tagli dei gas serra su trasporti ed edilizia. Ora vogliono misure per limitare la velocità su strade e autostrade e il taglio deciso dei sussidi fossili. Ma l’esecutivo prepara una riforma della Legge Clima che cancella i target annuali specifici per settore

Politica climatica della Germania: bocciate misure su trasporti e edilizia
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La sentenza non è vincolante e può ancora essere impugnata dal governo

(Rinnovabili.it) – Nuova tegola sulla politica climatica della Germania. Le misure previste per abbattere le emissioni di gas serra nei settori del trasporto e dell’edilizia non sono sufficienti. Berlino deve fare di più. Lo ha stabilito il tribunale amministrativo superiore di Berlino-Brandeburgo in una sentenza emessa il 30 novembre. Che non ha però carattere vincolante, e può ancora essere impugnata dall’esecutivo guidato dal socialista Olaf Scholz.

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Le misure messe in campo finora non sarebbero adeguate a raggiungere gli obiettivi al 2030 fissati dalla Legge Clima tedesca. Le violazioni, ha stabilito la corte, che ha giudicato il governo sulla base della denuncia sporta da due associazioni ambientaliste, Deutsche Umwelthilfe e BUND (il ramo tedesco di Friends of the Earth), sono avvenute sia nel 2021 che nel 2022. Sia per i trasporti che per l’edilizia. Che hanno target settoriali precisi. Per questo, il tribunale chiede al governo di mettere immediatamente mano alla questione promulgando leggi d’emergenza che rimettano il paese sulla giusta traiettoria e faccia rispettare gli obiettivi annuali.

“Un programma immediato deve contenere misure efficaci a breve termine che garantiscano il rispetto delle quantità annue di emissioni stabilite nella legge sulla protezione del clima per gli anni successivi nel rispettivo settore”, scrive la corte nel giorno di apertura della Cop28 di Dubai.

Come cambierà la politica climatica della Germania?

In realtà il parlamento tedesco sta facendo ben altro. Da quest’anno è in preparazione una riforma della Legge Clima che cancella, tra le altre cose, gli obiettivi specifici per settore. E stabilisce che i ritardi in un ambito possano essere compensati dalle accelerazioni registrate in altri settori. L’unico valore di abbattimento delle emissioni che conta, quindi, sarebbe quello complessivo a livello nazionale.

Una modifica approvata a giugno in Consiglio dei Ministri su iniziativa dei liberali del FDP, la terza gamba dell’esecutivo insieme a socialisti e verdi. E proprio al Partito Liberale Democratico FDP appartiene l’attuale ministro dei Trasporti, Volker Wissing. Che si ritrova con un settore enormemente indietro rispetto alla tabella di marcia. In ogni caso, la riforma non tocca gli obiettivi finali al 2030. Che prevedono, per la Germania, un taglio dei gas serra del 65% rispetto ai livelli del 1990. Oggi la riduzione si attesta intorno al 41%.

Con la vittoria in pugno, le associazioni ambientaliste sperano di obbligare finalmente il governo a rispettare gli obiettivi stabiliti dall’attuale legge sulla protezione del clima. “Insieme attueremo misure urgenti attese da tempo: limite di velocità a 100 km/h in autostrada, 80 km/h fuori città e 30 km/h dentro città, abolizione immediata di miliardi di sussidi dannosi per il clima, compresi quelli per auto aziendali, diesel e cherosene”, scrive Deutsche Umwelthilfe in un comunicato dove dettaglia le sue proposte per cambiare la politica climatica della Germania. “Il solo limite di velocità consentirebbe di risparmiare oltre 11 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Soluzioni sensate sotto ogni aspetto devono ora arrivare anche in altri settori, come ad esempio la ristrutturazione energeticamente efficiente di scuole e asili”.