Rinnovabili • Obiettivi sul clima UE: Bruxelles vuole -57% emissioni al 2030 Rinnovabili • Obiettivi sul clima UE: Bruxelles vuole -57% emissioni al 2030

Alzare gli obiettivi sul clima UE a -57%, l’idea circola a Bruxelles

Due punti percentuali in più. A Bruxelles i diplomatici dei Ventisette negoziano sul ritocco dei target climatici, che potrebbe essere ufficialmente presentato entro settembre all’ONU. Senza richiedere nuove misure: quelle già approvate sarebbero sufficienti

Obiettivi sul clima UE: Bruxelles vuole -57% emissioni al 2030
Foto di CHUTTERSNAP su Unsplash

Oggi gli obiettivi sul clima UE sono fermi a -55% emissioni sui livelli del 1990

(Rinnovabili.it) – L’Europa potrebbe alzare ufficialmente i suoi obiettivi sul clima UE di due punti percentuali in vista della Cop28 di Dubai. Il nuovo target salirebbe a una riduzione di -57% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Oggi questo obiettivo è fermo a -55%.

È quanto stanno discutendo i Ventisette in vista del vertice internazionale sul clima che si terrà a dicembre negli Emirati Arabi Uniti. Lo si apprende da un’indiscrezione di Reuters, che ha avuto accesso ai documenti negoziali UE. I diplomatici dei paesi membri starebbero ancora contrattando sugli obiettivi sul clima UE visto che il -57% è indicato ancora tra parentesi quadre, il modo in cui convenzionalmente si indicano i punti ancora in discussione.

Cosa implica aggiornare gli obiettivi sul clima UE?

In realtà si tratterebbe di una mossa più di facciata che altro. Perché non implica nessun vero sforzo in più, se non quello di applicare alla lettera le misure sul clima già approvate dal blocco. Le stime dei funzionari europei dicono che si arriverebbe al -57% con l’applicazione ferrea di tutto il pacchetto “Fit for 55” e con l’impatto di altre misure importanti come i nuovi obiettivi sulle rinnovabili incastonati nella REDIII (42,5-45% al 2030) e il phase out delle auto con motori a combustione interna entro il 2035, approvati quest’anno.

Alzare l’ambizione sul clima, però, oggi può essere politicamente complicato per alcuni paesi UE. Da alcuni mesi si è creato un “fronte del no” che preme per rallentare, o in alcuni casi bloccare, ogni nuova iniziativa in materia di politica ambientale da parte della Commissione. Il voto recente e complicatissimo sulla legge sul Ripristino della Natura al parlamento europeo, con il PPE che ha provato a tirare il freno a mano anche a costo di allearsi con l’estrema destra, ne è un esempio lampante.

Ma il ritocco degli obiettivi sul clima UE sarebbe un’arma in più in mano alla diplomazia climatica. Entro settembre tutti i paesi sono invitati a presentare formalmente all’ONU dei Contributi Nazionali Volontari (NDC) rafforzati e farlo permetterebbe a Bruxelles di fare pressione su altri paesi sui dossier più importanti. A partire dal phase out delle fossili, tra i principali obiettivi UE alla Cop28.