Nel complesso, i contributi nazionali volontari previsti dall’accordo di Parigi tagliano le emissioni solo del 7% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019. Per restare sotto gli 1,5 gradi, servirebbe una riduzione almeno del 43%. Mancano cambiamenti “trasformativi” in tutte le dimensioni, incluso adattamento e finanza climatica
L’analisi del WRI sui nuovi NDC presentati da 139 paesi dopo il 2019
(Rinnovabili.it) – I nuovi contributi nazionali volontari (NDC) tagliano le emissioni solo di 5,5 Gt CO2e in più rispetto ai precedenti. E anche se i progressi ci sono anche in altre aree, dalle misure di adattamento alla finanza climatica, il ritmo è troppo basso per tenere a portata di mano gli obiettivi del Paris agreement. I nuovi NDC sono “tristemente inadeguati” alla sfida posta dalla crisi climatica. È il messaggio lanciato a poche settimane dalla COP27 dal World Resource Institute, che ha analizzato il livello di ambizione climatica promesso dagli stati attraverso il meccanismo previsto dall’accordo del 2015.
La fotografia dell’ambizione climatica mondiale è, purtroppo, molto chiara. “Gli NDC di oggi sono allo stesso tempo molto più ambiziosi dei loro predecessori e tristemente inadeguati a scongiurare la crisi climatica”, scrivono gli autori del rapporto nelle conclusioni. Gli ultimi 7 anni non sono tempo perso, ma sicuramente non devono valere come standard di riferimento. “Se il ritmo di miglioramento dal 2016 a oggi continua, il mondo non solo mancherà gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, ma li mancherà di gran lunga”. Il problema non è l’assenza di miglioramenti, ma la loro entità. “Per la maggior parte, i nuovi e aggiornati NDC rappresentano un miglioramento incrementale, quando invece è necessario un cambiamento trasformativo”, si legge nel rapporto.
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Sono 165 i paesi che hanno presentato nuovi NDC dopo il 2019 (139 se si considerano i target dei paesi UE come uno solo). In tutto rappresentano il 91% delle emissioni di gas serra globali. Nel complesso, sul fronte della mitigazione le promesse dei paesi ridurrebbero le emissioni appena del 7% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019. Ma per avere qualche chance di restare sotto la soglia di 1,5°C di riscaldamento globale, il taglio dovrebbe essere almeno del 43%.
“Rispetto agli NDC iniziali, i nuovi NDC sono maggiormente collegati a documenti di attuazione”, scrive il World Resource Institute, e “identificano molte più misure settoriali per sostenere l’attuazione”. Tuttavia, permangono “gravi lacune negli elementi legati all’attuazione”. Quali sono i problemi più evidenti? La maggior parte delle misure settoriali identificate sono “vaghe, prive di obiettivi concreti e circoscritti nel tempo”, mentre in alcuni casi manca la trasparenza necessaria visto che i documenti non contengono “informazioni che permettano di quantificare e monitorare i progressi compiuti nell’attuazione degli obiettivi”.
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