Rinnovabili • Combustibili fossili: un database per organizzare il phase out Rinnovabili • Combustibili fossili: un database per organizzare il phase out

L’Ue fissa l’obiettivo per la Cop28 di Dubai: il phase out delle fossili nell’accordo globale

Nel 2022 carbone, gas e petrolio hanno generato 36,8 Gt CO2 equivalente. Finora l’addio alle fossili non è mai stato inserito in un comunicato finale ai negoziati sul clima. Nemmeno in forma blanda: siamo ancora fermi al “phase down” del carbone deciso a Glasgow due anni fa. L’Europa prova a cambiare marcia

Combustibili fossili: un database per organizzare il phase out
Photo by Waldemar Brandt on Unsplash

Il phase out delle fossili varrebbe solo per quelle “unabated”

(Rinnovabili.it) – Alla Cop28 di Dubai l’Europa avrà l’obiettivo più ambizioso di sempre: ottenere un impegno globale sul phase out delle fossili. Non solo il carbone, su cui la Cop26 si è già impegnata – benché solo a “ridurlo” (phase down). Anche petrolio e gas devono essere eliminati gradualmente dai mix energetici di tutti i paesi. Ma con eccezioni.

Sì al phase out delle fossili, ma solo quelle “unabated”

È il contenuto del documento con la posizione comune dei Ventisette per i negoziati sul clima che si terranno negli Emirati Arabi Uniti il prossimo dicembre. In realtà, il testo visto in anteprima da Reuters riprende una delle più grandi scappatoie per le fossili che sia stata inventata di recente dalla diplomazia climatica.

“Il passaggio a un’economia neutrale dal punto di vista climatico richiederà l’eliminazione graduale a livello globale dei combustibili fossili non abbattuti [unabated], si legge nella bozza. “L’UE promuoverà e chiederà sistematicamente un passaggio globale verso sistemi energetici privi di combustibili fossili non abbattuti ben prima del 2050”.

È proprio l’”unabated” la via di fuga. Un lasciapassare per tutte le infrastrutture energetiche che continueranno a usare combustibili fossili ma con l’adozione di tecnologie per la cattura e lo stoccaggio di CO2, in grado cioè di abbattere il tenore emissivo totale. Il linguaggio, ad ogni modo, riprende quello ormai consolidato nei vari consessi internazionali, dai negoziati annuali sul clima sotto l’egida dell’Unfccc (la Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamento climatici) ai comunicati finali del G20.

Ad ogni modo, finora l’obiettivo del phase out delle fossili è rimasto sempre fuori portata. L’anno scorso, alla Cop27 di Sharm el-Sheikh, la presidenza egiziana si è rifiutata di inserire questa opzione nella bozza di comunicato finale, benché fosse sponsorizzata da decine e decine di paesi. La presidenza di turno fa la differenza. E la Cop di quest’anno si terrà in un paese fortemente legato a gas e petrolio, che ha scelto proprio l’ad della compagnia statale del petrolio, l’Adnoc, per guidare le due settimane di negoziati.

Nel documento Ue fa poi capolino il lungo braccio di ferro energetico tra Francia e Germania sul nucleare. La nuova bozza è stata modificata per includere anche l’idrogeno ottenuto dall’atomo tra le fonti considerate rinnovabili. Un esito per cui Parigi spinge in tutti gli ambiti della politica europea.