Il nuovo rapporto dell’Asvis nella giornata conclusiva del suo eco-Festival. Tra gli obiettivi ancora lontani, la riduzione del numero dei giovani ‘neet’, la necessità di rendere le nostre città resilienti ai cambiamenti climatici, la difesa della biodiversità. Le raccomandazioni per la preparazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, come per esempio la creazione di una Strategia ad hoc, la creazione a palazzo Chigi di un Alto consiglio per le politiche di genere, la predisposizione di una legge annuale sullo sviluppo sostenibile
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Stiamo ‘bucando’ l’appuntamento con lo sviluppo sostenibile. L’Italia va più piano, e a metterci il carico hanno contribuito l’emergenza sanitaria e la crisi economica innescata dal coronavirus. Con il nuovo rapporto l’Alleanza per lo sviluppo sostenibile, l’Asvis, scatta una fotografia storica del momento che stiamo vivendo, e la declina in chiave ambientale. In particolare il nostro Paese non sta rispettando gran parte degli obiettivi al 2020 contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Una nota positiva arriva invece dal miglioramento dei dati sull’economia circolare (anche se a dire il vero, nessuno e soprattutto in Italia lo sa quanto siamo bravi).
Tra gli obiettivi ancora lontani – ha spiegato il portavoce dell’Asvis Enrico Giovannini nel corso della giornata conclusiva del Festival dello sviluppo sostenibile, al ministero degli Esteri – c’è la riduzione del numero dei giovani ‘neet’ (cioè quelli che non studiano e non lavorano) e la necessità di rendere le nostre città resilienti ai cambiamenti climatici, con opere di adattamento e mitigazione per la gestione dei disastri ambientali, e la difesa della biodiversità. Anche se a ben vedere, la situazione di ‘stallo’ creata dal Covid-19 si riflette in tutti i Paesi: una delle vittime è proprio il percorso dello sviluppo sostenibile.
Gli indicatori compositi elaborati dall’Asvis mostrano che tra il 2018 e il 2019 l’Italia è migliorata per quattro obiettivi: povertà, condizione economica e occupazionale, economia circolare e istituzioni efficienti. E’ rimasta stabile per 10: alimentazione, salute, istruzione, disuguaglianze di genere, sistemi igienico-sanitari, energia, disuguaglianze, cambiamento climatico, ecosistemi terrestri, partnership; ed è peggiorata per due: innovazione e città. I dati provvisori disponibili per il 2020 mostrano invece un arretramento per nove obiettivi, un miglioramento per tre; mentre per i cinque rimanenti non è stato possibile valutare l’effetto della crisi.
Il percorso però è rimasto chiaro per l’Europa targata Ursula von der Leyen, che punta a una risposta decisa alla crisi impegnandosi sul Green deal, sulla lotta alle disuguaglianze e sull’innovazione: la scelta di orientare il Next generation Eu alla transizione ecologica, al digitale e al miglioramento delle condizioni sociali è unica nel panorama mondiale.
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Il rapporto dell’Asvis analizza anche le novità legislative dell’ultimo anno: da un lato è stato messo in evidenza come la legge di Bilancio per il 2020 sia stata la più orientata allo sviluppo sostenibile degli ultimi cinque anni, dall’altro le misure anti-crisi sono state per la maggior parte dedicate alla protezione del sistema socio-economico anziché ad una vera e propria trasformazione. Nei cinque decreti legge presi in esame, 436 articoli (il 54%) erano orientati alla protezione, 158 (il 19%) alla promozione, 98 (il 12%) alla trasformazione, 73 (il 9%) alla preparazione, e 43 (il 5%) alla prevenzione.
La semplificazione amministrativa, l’investimento in conoscenza, la difesa e il miglioramento del capitale naturale sono aspetti che si ritrovano invece nell’impostazione del Next generation Eu e nelle Linee guida che i Paesi stanno seguendo per la preparazione del ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’ (Pnrr); ed è per questo che vengono indicate anche alcune raccomandazioni da seguire per la preparazione del Recovery plan. Come per esempio la creazione di una Strategia di sviluppo sostenibile per fornire una visione solida e coerente dell’Italia al 2030; il rafforzamento delle strutture della presidenza del Consiglio dei ministri per garantire un miglior coordinamento delle azioni rispetto ai diversi obiettivi dell’Agenda 2030; un maggior coinvolgimento delle Regioni, delle province e dei Comuni; la predisposizione di un’Agenda urbana nazionale per lo sviluppo sostenibile; l’aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) così da renderlo allineato con i nuovi target europei e l’approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
Inoltre, viene indicata anche la creazione presso palazzo Chigi di un Alto consiglio per le politiche di genere per la programmazione e valutazione delle politiche contro le disuguaglianze; il coinvolgimento dei ministeri sugli obiettivi dell’Agenda 2030, così come l’inserimento nella relazione illustrativa delle proposte di legge di iniziativa del governo una valutazione ex-ante dell’impatto sui 17 obiettivi delle Nazioni Unite; la predisposizione di una legge annuale sullo sviluppo sostenibile.
“Il tempo dei tatticismi è finito ed occorre guardare con piena responsabilità agli obiettivi dello sviluppo sostenibile – ha detto il presidente di Asvis Pierluigi Stefanini – bisogna fondare lo sviluppo su un filo conduttore nuovo che sia orientato al bene comune, alla giustizia intergenerazionale e alla parità di genere. Il primo obiettivo deve essere quello di avere soluzioni veramente sostenibili, in grado di durare nel tempo. Siamo dalla parte dei giovani che sperano in un futuro migliore. Per questo – ha concluso – bisogna intraprendere immediatamente il cammino verso una transizione ecologica giusta, capace di generare nuova occupazione e sviluppo economico e sociale, utilizzando in modo coerente le risorse Ue e nazionali per rilanciare il Paese in un’ottica di sostenibilità economica, sociale e ambientale”.