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Così naufraga il Green Deal: ok finale alla legge sul clima UE

Il taglio delle emissioni sarà del 55% ma netto, cioè senza includere l’apporto di alcuni carbon sink. La riduzione reale, lorda, è solo del 52,8%. L’ha spuntata il Consiglio, che ha concesso soltanto di fissare un tetto al contributo di rimozione della CO2 da suolo, agricoltura e foreste. Il parlamento europeo ufficialmente festeggia citando un -57%, che si basa soltanto su un’intesa verbale raggiunta con la Commissione. Molto critici i Greens

Legge sul clima UE: arriva l’ok finale, accordo al ribasso
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Alle 5:05 del mattino arriva il sì definitivo del trilogo alla legge sul clima UE

(Rinnovabili.it) – Un accordo al ribasso che taglia le gambe all’ambizione climatica dell’Unione Europea. Alle 5 e 5 minuti del mattino, dopo una maratona negoziale, il parlamento europeo e il Consiglio hanno dato luce verde alla legge sul clima UE con un obiettivo netto di riduzione delle emissioni al 2030 del 55%. L’ok definitivo arriva a meno di 24 ore dall’inizio del Leaders Summit sul clima organizzato dagli Stati Uniti, al quale Bruxelles voleva arrivare avendo fatto i compiti a casa. E arriva soprattutto dopo mesi estenuanti di trattative che hanno abbassato le pretese dell’europarlamento, incontro dopo incontro.

Il taglio reale delle emissioni sarà del 52,8%

A cantare vittoria infatti è praticamente solo il Consiglio. Nel trilogo – il formato di dialogo dove la Commissione media tra le istanze del parlamento e quelle dei paesi membri – sono questi ultimi a non aver ceduto di un millimetro. Fino a spuntarla al fotofinish. L’esecutivo europeo ufficialmente appoggiava un taglio del 55%. Il parlamento invece aveva votato per chiedere almeno un -60%. Il Consiglio puntava a un valore anche più basso del 55%. Il compromesso finale è ancora un’altra cosa: -55%, sì, ma con un taglio ‘netto’, cioè un taglio che esclude alcune forme di sequestro di carbonio. Conteggiando invece il contributo di alcuni carbon sinks si arriva all’obiettivo ‘lordo’ del 52,8%.

L’europarlamento è uscito spaccato da questa maratona negoziale. I Verdi avevano già denunciato nei giorni scorsi questo possibile esito, bollandolo come una diluizione eccessiva delle ambizioni europee sul clima. Per il relatore-ombra della legge sul clima UE Michael Bloss, infatti, uno dei negoziatori del parlamento, il francese Pascal Canfin, non avrebbe rispettato il mandato dell’aula e si sarebbe piegato troppo facilmente alla posizione del Consiglio.

Promesse informali

Ufficialmente l’aula di Strasburgo festeggia. “Abbiamo portato l’ambizione dell’obiettivo netto per il 2030 a quasi il 57%, abbiamo ottenuto il budget di gas serra e il Comitato consultivo sul clima. Volevamo di più, ma questo è un buon primo passo verso la neutralità climatica”, ha affermato Jytte Guteland, principale negoziatore del parlamento.

Peccato che le cose non stiano esattamente così. L’obiettivo del 57% non è scritto da nessuna parte, non ce n’è traccia alcuna nella legge sul clima UE. Guteland cita la cifra perché la desume da impegni informali strappati alla Commissione. Parole, non impegni messi nero su bianco nella legge.

Nello specifico, l’esecutivo europeo ha accettato di prendere in considerazione la possibilità di aumentare il contributo dei carbon sink per portare l’ambizione climatica dell’UE al 57%. Il Consiglio ha fatto soltanto una mini concessione alle richieste del parlamento, accettando di fissare un tetto al contributo nella rimozione del carbonio dell’uso del suolo, dall’agricoltura e dalla silvicoltura.

Festeggia anche un Frans Timmermans che appare un po’ stremato dal tour de force. Per il vice presidente della Commissione con delega al clima, “questo è un momento fondamentale per l’UE. Abbiamo raggiunto un accordo ambizioso per scrivere il nostro obiettivo di neutralità climatica in una legislazione vincolante, come guida alle nostre politiche per i prossimi 30 anni. La legge sul clima darà forma alla ripresa verde dell’UE e garantirà una transizione verde socialmente giusta”.

E sottolinea l’importanza di avere un passo concreto da far pesare nei consessi internazionali. “L’accordo di oggi rafforza anche la nostra posizione globale di leader nell’affrontare la crisi climatica. Quando i leader mondiali si riuniranno per la Giornata della Terra, l’UE verrà al tavolo con questa notizia positiva, che speriamo ispirerà i nostri partner internazionali”.

Le critiche dei Verdi europei

Critici i Greens, che restano sulla linea già espressa nei giorni scorsi. “Con questo obiettivo climatico per il 2030, l’UE non sta facendo abbastanza per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima, che minaccia il destino delle generazioni attuali e future in un mondo di caos climatico e difficoltà economiche”, dichiara Bloss. “La Commissione e il Consiglio, insieme ai loro sostenitori nei gruppi conservatori, si sono affrettati ad approvare una legge sul clima debole per una photo opportunity con il presidente Joe Biden e hanno perso l’occasione per l’UE di essere un leader globale nell’azione per il clima”.

 L’accordo snatura il Green Deal, continua l’eurodeputato tedesco: “Per proteggere il clima e mitigare i peggiori effetti del cambiamento climatico sul nostro pianeta, sulle persone e per le generazioni future, abbiamo bisogno di un Green Deal europeo ambizioso ed efficace. Ciò che la Commissione ha finora prodotto è debole. Non vale la pena chiamarlo “l’Uomo sulla Luna dell’Europa “: dobbiamo salvare subito il Green Deal europeo”.

Secondo Bas Eickhout, vicepresidente per il gruppo Greens/EFA della commissione Ambiente, “mentre accogliamo con favore l’introduzione da tempo attesa di una legge sul clima, gli obiettivi fissati nell’accordo di stasera rischiano di rendere il Green Deal europeo poco più che uno slogan per la Commissione e il Consiglio”. Poca ambizione “mina la lotta contro il cambiamento climatico e rende l’Unione europea un partner globale debole”.