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Legge monitoraggio suolo UE, il PE vuole accelerare il ripristino

Con 42 sì, 26 no e 14 astenuti passano le modifiche del PE alla proposta della Commissione sui nuovi meccanismi e obblighi per il monitoraggio dei suoli degradati in Europa (il 60-70% del territorio). Chiesti tre set di indicatori di qualità del suolo differenti, tempistiche accelerate per il ripristino. Sì anche al registro pubblico dei suoli contaminati in vista delle operazioni di bonifica, che devono rispettare il principio “chi inquina paga”

Legge monitoraggio suolo UE: ok del PE
Foto di paul mocan su Unsplash

Ok della Commissione Ambiente del PE alla Soil Monitoring Law

(Rinnovabili.it) – Definizioni precise di “qualità del suolo” e degli indicatori per il ripristino, una tabella di marcia rigorosa per le azioni di recupero, un registro pubblico dei suoli contaminati in ogni paese UE. Lo chiede il parlamento europeo con delle modifiche alla proposta della Commissione sulla legge sul monitoraggio del suolo UE (Soil Monitoring Law). La prima legge in Europa che si concentra specificamente sullo stato di salute del suolo e definisce le azioni necessarie per raggiungere l’obiettivo Inquinamento Zero entro il 2050 stabilito dal Green Deal.

Qualità dei suoli in Europa: il 70% è degradato

Le modifiche sono state approvate questa settimana in commissione Ambiente con 42 voti a favore, 26 no e 14 astenuti. Dovrà quindi passare il voto finale dell’aula per approdare all’ultimo passaggio, i negoziati tra PE e Consiglio.

Il provvedimento mira, insieme ad altri come la legge sul ripristino della natura (Nature Restoration Law), a invertire la tendenza di degrado in cui versano oggi i suoli europei. Le stime della Commissione parlano di una percentuale altissima, tra il 60-70%, di suoli europei in uno stato degradato. I fattori che incidono di più sulla qualità del suolo sono l’espansione urbana, i bassi tassi di riciclaggio dei terreni (cioè il riuso di quelli abbandonati o sottoutilizzati), l’intensificazione dell’agricoltura e il cambiamento climatico.

I suoli degradati sono i principali motori della crisi climatica e della biodiversità e riducono la fornitura di servizi ecosistemici chiave come alimenti e mangimi, il ciclo dei nutrienti, il sequestro del carbonio, il controllo dei parassiti e la regolazione dell’acqua. Secondo la Commissione, la perdita di tali servizi essenziali per l’ecosistema del suolo costa all’UE almeno 50 miliardi di euro all’anno.

Cosa prevederà la legge monitoraggio suolo UE?

Gli eurodeputati chiedono che vengano formalizzati tre “scaglioni” di azioni per migliorare la qualità del suolo, ciascuno con differenti indicatori di qualità e salute del suolo su cui basare gli interventi di ripristino. Ciascun paese sarà poi libero di selezionare la metodologia di monitoraggio dei suoli preferita.

Le tempistiche proposte dal PE per migliorare la salute dei suoli sono strette: entro dieci anni, i suoli gravemente degradati devono passare a suoli degradati, entro sei anni i suoli degradati devono essere migliorati fino ad uno stato ecologico moderato. E sempre entro 6 anni i suoli in stato di degrado moderato devono passare a un buon stato ecologico.

Il PE chiede poi che al massimo entro 4 anni dall’entrata in vigore della legge sul monitoraggio del suolo UE ogni paese europeo si doti di un registro pubblico dei terreni contaminati. Con l’obbligo, nel tempo, di valutare la situazione di ciascun sito e ripulirlo. I costi, chiede il parlamento UE, devono essere sostenuti dai responsabili della contaminazione in linea con il principio “chi inquina paga”.