Soltanto l’italiana Eni ha piani “potenzialmente” allineati con l’Accordo di Parigi. Per confermare questo giudizio, nei prossimi anni l’azienda dovrà dimostrare solidità su carbon offset e CCS
Il rapporto curato da carbon Tracker Initiative è giunto alla 4° edizione quest’anno
(Rinnovabili.it) – Le compagnie energetiche non stanno facendo la loro parte per raggiungere li obiettivi sul clima. Nell’ultimo anno i progressi nel rafforzare gli impegni climatici dell’oil&gas si sono bloccati e il livello d’ambizione è rimasto pari a quello di 12 mesi prima. Delle 25 maggiori aziende globali che estraggono, lavorano e commerciano petrolio e gas, soltanto una (Eni) ha dei target “potenzialmente” allineati al Paris Agreement. Lo sostiene un rapporto di Carbon tracker Initiative pubblicato oggi.
Lo stato degli impegni climatici dell’oil&gas
A guidare la classifica sono le aziende europee, ben distanziate dalle major nordamericane. Dopo l’azienda di San Donato Milanese si piazzano Total, Repsol e bp. All’estremo opposto, invece, si trova la saudita Aramco, la più grande compagnia energetica al mondo. E la coda è affollata di aziende di proprietà statale: la brasiliana Petrobras e le cinesi Sinopec, Petrochina e CNOOC.
Nei prossimi anni, specifica il rapporto, per confermare il primato Eni dovrà dimostrare la solidità dei propri piani, in particolare per quanto riguarda compensazioni di carbonio e ricorso alla tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio.
Per risultare “potenzialmente” o effettivamente allineate ai target climatici per restare sotto i 2 gradi, Carbon Tracker Initiative valuta se gli impegni climatici dell’oil&gas riflettono i limiti finiti del bilancio di carbonio globale e rispettano tre parametri. Devono includere le emissioni di ambito 1, 2 e 3, devono puntare all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 e mirare a riduzioni temporanee assolute in tutti gli ambiti, e devono coprire tutta la produzione globale, compresi gli interessi in asset non gestiti direttamente e i prodotti nel downstream.
“Le aziende devono essere consapevoli di come il passaggio dai combustibili fossili alle tecnologie pulite potrebbe influire sui loro profitti”, commenta Mike Coffin, Responsabile Oil, Gas and Mining e coautore del rapporto. “La nostra analisi mostra che le più grandi compagnie petrolifere e del gas del mondo sono lungi dall’essere in linea con l’obiettivo di Parigi di 1,5 gradi e continuano a mettere a rischio gli investitori non riuscendo a pianificare i tagli alla produzione mentre la transizione energetica accelera”.